Anche i voti nelle pagelle dei prof
Pronto il decreto sulla valutazione degli
insegnanti di Carlo Forte ItaliaOggi, 8.2.2011 Una graduatoria d'istituto per attribuire i premi ai docenti che hanno gli alunni più bravi. Lo prevede una bozza di decreto del presidente del consiglio dei ministri che dovrebbe essere esaminata oggi in un vertice con i sindacati. E che ItaliaOggi è in grado di anticipare. Il dispositivo prevede la stesura di una classifica, scuola per scuola, che recherà le valutazioni individuali di merito dei docenti. E chi si collocherà in posizione utile otterrà il trattamento accessorio collegato alla performance previsto dal decreto Brunetta. Va detto subito che le nuove disposizioni non andranno ad intaccare le risorse del fondo di istituto o degli scatti di anzianità, perché verranno finanziate con fondi aggiuntivi di cui non si conosce ancora l'entità. E questo grazie all'accordo sottoscritto venerdì scorso a Palazzo Chigi sul pubblico impiego e la scuola. Di fatto, dunque, il decreto rischia di restare sulla carta. A spiegare perché è Massimo di Menna, segretario della Uil scuola: «È un decreto del tutto inutile perché non attuabile nell'immediato, visto che si rinvia ad altro decreto. E poi l'accordo di Palazzo Chigi conferma l'utilizzo del fondo di istituto secondo il contratto vigente, individua eventuali risorse da destinare al merito come frutto di ulteriori risparmi. Che, nella scuolanon ci sono.Insomma», conclude Di Menna, «è opportuno prevedere, in tempo utile, un sistema connesso alla valutazione degli esiti e all'impegno professionale che valorizzi la specifica funzione docente, quella di insegnamento, del tutto diversa dalla funzione burocratica, amministrativa. Ma per la scuola, la questione del merito si porrà nel prossimo contratto 2013/2015». Stando al dpcm, la valutazione sarà effettuata tenendo presente 3 elementi. In primo luogo i risultati di apprendimento declinati nelle indicazioni di carattere nazionale per il primo e il secondo ciclo. Dunque, la bravura degli alunni. Poi verrà preso in esame il contesto socio-culturale nel quale l'istituzione scolastica opera. Infine si terrà conto del piano dell'offerta formativa. Per misurare il livello della perfomance dei singoli docenti il ministero dell'istruzione predisporrà un protocollo con la commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche prevista dall'art. 13 del decreto Brunetta. E sulla base di questo protocollo sarà emanato un provvedimento con il quale saranno individuate le fasi, i tempi, le modalità, i soggetti e le responsabilità del processo di misurazione e valutazione della performance. Con lo stesso provvedimento saranno regolate le attività di monitoraggio e verifica dell'andamento della performance. L'attività di misurazione e valutazione, dunque, sarà collegata al grado di raggiungimento degli obiettivi specifici, alla qualità e alla quantità del contributo della performance individuale all'istituzione scolastica di appartenenza, alle competenze dimostrate e ai comportamenti professionali e relazionali. Nella valutazione della performance individuale non saranno considerati i periodi di congedo di maternità paternità e parentale. A giudicare dalla tassatività della disposizione in cui è contenuta questa esimente, è ragionevole ritenere, dunque, che le assenze per malattia o per la fruizione di altre assenze tipiche dovrebbero precludere, almeno in parte, la possibilità di ottenere premio. E ciò si evince anche dall'espresso richiamo al concetto di quantità della prestazione a cui fa riferimento il dispositivo. La bozza di decreto dedica un articolo anche alla trasparenza. Sul sito della scuola, infatti, sarà pubblicato l'ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l'ammontare dei premi effettivamente distribuiti al personale. In più dovrà essere pubblicata anche l'analisi dei dati relativi al grado di differenziazione nell'utilizzo della premialità e i curricula dei titolari di posizioni organizzative. E infine, gli incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti ai dipendenti pubblici e a soggetti privati. Il provvedimento non spiega cosa debba intendersi per incarichi non retribuiti. Non di meno, non dovrebbe trattarsi di incarichi che presuppongano l'erogazione di una prestazione di lavoro, perché il nostro ordinamento vieta espressamente il lavoro non retribuito, sanzionando le rinunzie e le transazioni. E cioè gli accordi che dispongono che il prestatore di lavoro lavori gratis oppure che venga pagato meno del dovuto. In ogni caso, i premi saranno distribuiti ad una fascia di docenti non superiore al 75% dell'organico di scuola. |