Gelmini: Senza ricordo i morti
delle foibe uccisi due volte

da Tuttoscuola, 9.2.2011

La legge 92/2004 ha riconosciuto il 10 febbraio come “Giorno del ricordo” “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

La stessa legge prevede che domani, 10 febbraio, siano “previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero”.

Nell’imminenza del 10 febbraio il ministro Gelmini ha rilasciato alla stampa alcune dichiarazioni nelle quali, tra l’altro, afferma che “Ancora oggi nella scuola italiana la tragedia delle foibe non viene adeguatamente affrontata e raccontata ai ragazzi. La memoria dei tanti italiani trucidati dalla violenza comunista non trova ancora il dovuto spazio. Una situazione non più tollerabile. I tanti innocenti uccisi così muoiono due volte.

Il 10 febbraio è una data fondamentale per la memoria storica del popolo italiano. La Giornata del Ricordo dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati non è soltanto un riconoscimento doveroso, arrivato con troppo ritardo, alle sofferenze subite da migliaia di nostri compatrioti. E’ anche una data che mette fine a decenni di silenzi e di strumentalizzazioni, ponendo finalmente le basi per dare all’Italia una coscienza storica condivisa e completa”.