Istruzione. Il giudizio sul merito Premio riservato al 75% dei docenti IN ARRIVO IL DECRETO. Sul sito dell'istituto andranno pubblicati nomi, curricula e incentivi. I sindacati sollecitano la convocazione al ministero Claudio Tucci Il Sole 24 Ore, 2.2.2011 Roma - Non si potrà premiare più del 75% degli insegnanti in servizio e sui siti internet delle scuole in una apposita sezione denominata «Trasparenza, valutazione e merito» dovranno essere indicati nomi, curricula e importi erogati. Lo prevede la bozza di Dpcm relativo alla valutazione degli insegnanti messo a punto dai ministeri dell'Istruzione e della Funzione pubblica in attuazione della riforma Brunetta del pubblico impiego. Sul sito delle scuole bisognerà pubblicare anche tutti gli incarichi, retribuiti e non, conferiti a dipendenti pubblici e privati. Altrimenti, paga il dirigente scolastico che vedrà precludersi l'erogazione della retribuzione di risultato. Il testo, che si applica solo ai docenti e non anche al personale amministrativo, secondo quanto riferito da viale Trastevere nel corso di un incontro lunedì con i sindacati, sarebbe ora all'esame del Tesoro. Sul piede di guerra i sindacati, a cui il decreto, secondo quanto si apprende, non è stato ancora consegnato. Per Francesca Puglisi del Pd, si tratta di «un comportamento grave che merita una interrogazione parlamentare urgente per spiegare cosa sta accadendo». Domenico Pantaleo della Flc Cgil accusa il ministero dell'Istruzione di negare, nei fatti, il confronto «su un provvedimento delicatissimo che interviene sulla professionalità del personale docente». Rino Di Meglio della Gilda sollecita viale Trastevere a convocare al più presto tutti i sindacati «per dare una completa e dettagliata informativa sulla questione». Critico anche Massimo Di Menna della Uil Scuola, che sottolinea la necessità di un «confronto vero sulla specificità della scuola» in grado di rappresentare sia il personale docente sia quello Ata e soprattutto «di individuare modalità premianti che non siano di tipo burocratico-amministrativo, ma rispettose della centralità didattica e formativa del settore scuola». La bozza di decreto non fissa tempi e modi di valutazione degli insegnanti, ma rimanda il tutto a un altro provvedimento ministeriale che dovrà individuare anche i soggetti materialmente preposti alla valutazione. Da indicare pure gli "obiettivi" che gli insegnanti dovranno raggiungere per arrivare ai premi (riferiti a tutto l'anno scolastico), tenendo conto, scrive il decreto, «dei risultati di apprendimento declinati nelle indicazioni nazionali per il primo e il secondo ciclo, del contesto di riferimento socio-culturale nel quale l'istituzione scolastica opera e del piano dell'offerta formativa». Sempre in tema di insegnanti, da segnalare la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del 31 gennaio del regolamento sulla nuova formazione iniziale dei docenti, firmato dal ministro Gelmini quasi cinque mesi fa. Le norme entreranno in vigore il 15 febbraio. Per diventare insegnante di scuola dell'infanzia e primaria è previsto un corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico comprensivo di tirocinio (a partire dal secondo anno di corso). Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado occorre invece un corso di laurea (triennale), un corso di laurea magistrale (biennale) e un successivo anno di tirocinio formativo attivo. Gli accessi saranno programmati in base al numero dei posti annualmente disponibili. |