Il popolo delle graduatorie:
830 mila iscritti in coda o a pettine

da Tuttoscuola, 11.2.2011

C’è chi l’ha già chiamata una guerra tra poveri quella che rischia di accendersi tra i docenti precari iscritti nelle graduatorie ad esaurimento delle varie province.

Poiché, infatti, le sentenze non fanno aumentare i posti da assegnare ma li distribuiscono con criteri diversi, togliendoli a qualcuno e assegnandoli ad altri, l’effetto della sentenza 41/2011 della Consulta servirà a ridistribuire le nomine, accontentando i vincitori dei ricorsi e scontentando chi dovrà farsi da parte per lasciare loro il posto.

Sempre che non parta subito una nuova campagna di ricorsi per ottenere l’applicazione della sentenza della Consulta, facendo ricchi gli avvocati e i sindacati che patrocinano le cause (c’è chi ha calcolato che la riuscita della causa sul riconoscimento del “pettine” potrebbe avere consentito un introito a favore di uffici legali e sindacati di circa 5-6 milioni di euro).

Tornando al popolo dei precari, si può scoprire, grazie all’Osservatorio sulle graduatorie 2009, curato efficacemente dalla Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi del Miur, che dei quasi 230 mila docenti precari iscritti nella propria graduatoria, poco più di 215 mila hanno chiesto anche il trasferimento in altre province (per un massimo di tre province).

15 mila docenti hanno dunque preferito rimanersene soltanto nella propria graduatoria di origine. I restanti 215 mila che hanno chiesto anche altre iscrizioni sono stati accodati (non c’era ancora la sentenza della Consulta). Considerato che quasi tutti hanno chiesto tre province (per una media di 2,8 province a testa), dall’esterno si sono riversati complessivamente sulle vecchie graduatorie almeno 600 mila nuove iscrizioni che, sommate alle 230 mila di iscrizione originaria alla graduatoria di appartenenza porta ad un censimento di questo popolo ad almeno 830 mila unità.

Tra questi, i vincitori della sentenza pro-pettine (sono un po’ meno di 15 mila, ma raggiungono comunque la ragguardevole cifra di circa 10 mila) hanno diritto ora di scorrere le graduatorie, risalendo nell’ordine secondo il punteggio posseduto.

Tra i “pettinati” delle varie graduatorie, gli iscritti sfiorano, quindi, il numero di circa 30 mila, mentre gli “accodati” iscritti restano “soltanto” 570 mila circa, senza contare che per tutti loro l’iscrizione originaria nelle graduatorie di base li accomuna, senza distinzione di code e di pettini, in un popolo di 230 mila persone in carne ed ossa (le “teste”, come di dice in gergo).

Si tratta di una situazione burocraticamente mostruosa da cui diventa sempre più difficile uscire bene e presto.