Lettura: le femmine da TuttoscuolaNews, n. 475 14.2.2011 Tra i molti risultati forniti dalla quarta edizione della indagine Ocse-Pisa (2009), stanno anche quelli riguardanti il divario tra maschi e femmine nella comprensione della lettura (reading literacy): un divario che per gli studenti italiani è di 46 punti, contro una media Ocse di 39. Ciò che preoccupa di più, tuttavia, come giustamente notava Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera dello scorso 12 febbraio, non è il dato assoluto, non troppo distante dalla media Ocse (il fenomeno viene registrato in quasi tutto il mondo), ma la sua distribuzione sul territorio e per tipologia di scuola frequentata. Risulta che in Italia la distanza tra maschi e femmine è abbastanza limitata (sempre a favore delle femmine) nelle regioni del Nord e nei licei, aumenta sensibilmente nelle regioni del Sud e nelle Isole e raggiunge la punta massima negli istituti professionali. Nella formazione professionale regionale, è interessante notare, il divario si riduce invece notevolmente, anche se in questo caso è il punteggio di entrambi – maschi e femmine – ad essere assai scadente. Sulle ragioni del fenomeno si avanzano diverse ipotesi, dalla maggiore propensione delle femmine alla lettura di testi di vario genere ai giochi di ruolo, che nel caso delle femmine sollecitano di più il linguaggio. Per gli studenti italiani si può forse formulare un’ulteriore ipotesi: può darsi che sul risultato influisca anche l’assai elevata percentuale di insegnanti di sesso femminile incontrate dagli alunni fino all’età di 15 anni: le femmine potrebbero essersi identificate di più nel modello costituito ai loro occhi dalla maestra-professoressa anche dal punto di vista della sua (dell’insegnante) capacità di esprimersi, relazionarsi, organizzare e utilizzare gli strumenti comunicativi. Mancano evidenze in materia, ma se le cose stessero effettivamente così, ci si dovrebbe porre il problema di un riequilibrio tra i sessi nell’insegnamento, almeno a partire dalla scuola secondaria di primo grado. |