CORTE DI CASSAZIONE.

Il divorzio non giustifica il bullismo dei figli

 il Sussidiario, 24.2.2011

“Poverino, i suoi genitori sono divorziati. Bisogna carpirlo”. Macché, d’ora in poi, nessuna supplemento di comprensione per quei bulletti che l’hanno sempre passata liscia in ragione della loro complicata situazione familiare. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con sentenza 6970 emessa dalla Seconda Sezione Penale. Ecco i fatti: un ragazzino graffia l’auto di una grossa cilindarata di una signora, poi, la minaccia e la ingiuria per non essere denunciato. Il Tribunale di Torino, all’inizi, dà ragione al bullo. L’«immaturità al momento dei fatti» determina la scelta del Gup del non luogo a procedere.

«Non vi è alcuna prova della capacità di intendere e volere» del giovane, anche perché «segnato dalla separazione dei genitori». Ma il Procuratore generale del capoluogo piemontese ricorre in Cassazione. La Corte gli dà ragione e obbliga il Tribunale a riaprire il caso. Non sono giustificabili gli atti di bullismo in seguito al divorzio dei genitori, per quanto determinino una situazione «particolarmente dolorosa e lacerante». Anzi: vanno puniti, proprio per far capire loro il «disvalore sociale» delle proprie azioni.