considerazioni sulla sentenza code pettine

Gruppo precari contro il pettine, 13.2.2011

La sentenza della Corte Costituzionale, sulla abolizione delle code e l’inserimento a pettine circa le graduatorie ad esaurimento, contribuisce a creare ancor più caos e problemi di prima ai precari, è questa la considerazione che viene da fare. Ci si rende conto, poi, purtroppo, dai commenti di qualche politico o qualche giornale, di quanto si sappia poco sull’argomento e quanto si sia poco obiettivi nel divulgare notizie, opinioni, ecc...

Avere il diritto di scegliere la provincia che si ritiene più favorevole, sembra giusto, ma, in questo caso, vi sono situazioni di cui non si può non tener conto. A quanto pare, la storia delle graduatorie non è ben conosciuta e si fanno troppo facilmente commenti. Una legge è stata fatta,buona o meno buona che possa sembrare, è nata per assorbire nel più breve tempo possibile i docenti iscritti nelle graduatorie, chiamate per questo ad esaurimento (Legge 196/06).

In seguito a questa legge è stato detto, chi vuole cambiare provincia lo faccia ora perché poi per i motivi suddetti rimarranno chiuse. A questo punto, tutti hanno fatto le loro scelte. Chi ha preferito rimanere nella propria città e accumulare punteggio più comodamente, senza oneri economici o di altra natura, e chi ha scelto di sacrificare la propria vita, lasciando casa e famiglia, sottoponendosi a stress di lunghi viaggi spese per prendere casa e sacrificando pure i propri affetti. A differenza degli altri, il loro punteggio costa lacrime e sangue, e non sono del nord come si vuol far credere, ma meridionali, e non hanno avuto un avvocato del diavolo che li ha difesi, ma adesso tutti i loro sacrifici devono essere spazzati via da chi ha preteso il comodo e, spostarsi secondo il piacimento, senza curarsi assolutamente della continuità didattica, la cui interruzione mette in pericolo l’apprendimento e favorisce la dispersione scolastica. Tutto questo non è stato tenuto in conto, ma forse non era proprio a conoscenza della Consulta, sono stati lesi dei diritti acquisiti come è possibile che non se ne sia tenuto conto?

Concludendo, non esiste razzismo come si vuol far credere, la meritocrazia entra ben poco perché è la qualità che conta non la quantità, non sono stati tenuti in conto i diritti lesi, è stata provocata una guerra tra poveri, della continuità didattica men che niente, in tutto questo non c’è equità, e la parte lesa si sente ulteriormente danneggiata.

 Ci auguriamo che il Ministro trovi il modo di sistemare le cose

 

Gruppo precari contro il pettine
Mara, Laura, Michela, Luca