Scontro sulle scuole pubbliche e private
Bagnasco: la Chiesa ha fiducia in tutte

Sit-in Pd a Palazzo Chigi: il governo vuol far morire il settore
pubblico. Gelmini: non mi dimetto, nessuno vuol privatizzare

 Il Messaggero, 28.2.2011

ROMA - Non si placano le polemiche sulle frasi pronunciate dal premier Silvio Berlusconi che due giorni fa, parlando del mondo della scuola, aveva detto: «Gli insegnanti della scuola pubblica inculcano agli studenti valori diversi rispetto a quelli delle famiglie». Parole che l'opposizione aveva subito bollato come un attacco alla scuola pubblica, mentre la maggioranza, a partire dal ministro Gelmini, ha parlato di fraintendimenti ed equivoci, fino alla replica dello stesso premier che si è lamentato di aver visto travisate le proprie affermazioni. Sul tema è intervenuto oggi indirettamente il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei.

Bagnasco: la Chiesa ha fiducia in tutta la scuola, pubblica e privata.
«La Chiesa, come sempre, ha molta stima e fiducia nella scuola perché è un luogo privilegiato dell'educazione - ha dettoBagnasco - tanto più che siamo nell'ambito del decennio sulla sfida educativa, che la Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l'educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l'importante è che ci sia questa istruzione, ma anche questa formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli. Ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo che si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro. Tutti quanti ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell'educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale. In generale, sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli».

Pd: «Sit-in a Palazzo Chigi: non vogliono privatizzare la scuola, ma farla morire».
Il Pd, intanto, ha organizzato per martedì un sit-in a Palazzo Chigi, al quale parteciperanno, tra gli altri, i capigruppo Pd di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro e la vice presidente della Camera, Rosy Bindi. «Una volta tanto - dice Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd - concordiamo con il ministro della Pubblica istruzione quando cerca ancora di correggere il tiro del premier dopo le inqualificabili parole sulla scuola pubblica dicendo che "nessuno vuole privatizzarla": infatti il governo vuole, direttamente, lasciarla morire per favorire quella privata. E ha iniziato a farlo da tempo. Questo è il risultato dopo gli otto miliardi di tagli in tre anni operati dal governo del quale la Gelmini fa parte. Il resto, purtroppo, sono solo chiacchiere».

Serracchiani: Berlusconi insulta tutto il Paese. «L'attacco di Berlusconi contro la scuola pubblica è un insulto a tutto il Paese - dice l'europarlamentare del Pd, Debora Serracchiani - Con le sue parole, che non sono state affatto fraintese, Berlusconi ha voluto strumentalmente ricorrere al peggiore degli affondi ideologici, scegliendo freddamente di accusare un pilastro dello Stato di essere al servizio della sinistra. È una doppia enorme falsità, perchè il mondo della scuola rispecchia il pluralismo della società e perché la sinistra di cui parla Berlusconi esiste solo nelle sue cupe farneticazioni solitarie».

Idv: i tagli sono fatti, non parole. «Il presidente del Consiglio ci ha abituati al suo vigliacco modo di fare: tirare il sasso e nascondere la mano - dice il senatore Fabio Giambrone, capogruppo dell'Idv in commissione Istruzione - Il giorno prima attacca pesantemente la scuola pubblica, quello dopo dice di essere stato frainteso e si fa paladino dell'istruzione. La verità su quello che ha fatto il Governo per la scuola pubblica si riassume con pochi e drammatici numeri: tagli di otto miliardi di euro in soli tre anni, 130mila insegnanti e 44mila tecnici Ata tagliati e tempo pieno falciato del 25%. Il solo dato che porta il segno più è il sovraffollamento, il numero degli alunni per classe che arriva in alcuni licei anche a 35. Un'ecatombe senza precedenti. La sua disistima per la scuola pubblica è impossibile da smentire».

Gelmini: no alla privatizzazione, ha una funzione pubblica. «Nessuno vuole privatizzare la scuola statale - ribatte il ministro Gelmini - Nessuno vuole privatizzare la scuola, statale o paritaria essa ha una funzione pubblica». La Gelmini si è detta contraria a «dividere tra opposte tifoserie» perché, a suo avviso, «la polemica è stata mal posta».

Gelmini: rispetto Romiti, ma non mi dimetto. «Rispetto la posizione di Cesare Romiti, ma non mi dimetto perché parte da un presupposto sbagliato» dice la Gelmini. Il presupposto contestato dal ministro è che «Berlusconi abbia criticato la scuola pubblica, ma non è così. Il presidente del Consiglio ha sottolineato l'importanza della libertà di scelta dei genitori. E' sbagliato utilizzare per fare polemica ogni cosa che dice il nostro presidente del Consiglio». A chi le chiedeva se davvero nella scuola si trasmettono valori contrari alla famiglia, Gelmini ha replicato: «La scuola pubblica italiana è migliorata nel 2009 grazie agli interventi del governo e il tasso di apprendimento degli studenti secondo l'Ocse per la prima volta è salito».