Berlusconi e la scuola pubblica dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, 28.2.2011 Le affermazioni di Silvio Berlusconi sulla scuola statale[1], fatte in questo momento con lo scopo non proprio recondito di risalire la graduatoria dei preferiti Oltretevere, hanno naturalmente provocato molte severe reazioni. È tra l’altro singolare che a screditare l’istruzione pubblica, in un momento in cui le si riconosce, con tutti i suoi difetti, il merito di aver contribuito in modo decisivo alla crescita civile dell’Italia unita, sia proprio il Presidente del Consiglio. Su come sia configurata costituzionalmente la libertà di insegnamento (e sul fatto che la legge voluta dal Ministro Berlinguer preveda attualmente una disparità di regole tra pubblico e privato a favore di quest’ultimo), chi vuole può leggere o rileggere quanto scritto sul questo blog il 2 maggio scorso.
Tra i vari
commenti, invece, ci piace segnalare quello pienamente condivisibile
di Saro Salamone, preside del Liceo Visconti di Roma, un uomo di
scuola le cui idee hanno molte affinità con le nostre e che tra
l’altro ospitò nel suo istituto la conferenza stampa di
presentazione della Lettera aperta ai partiti e ai candidati per le
politiche del 2008 (Scuola:
un partito trasversale del merito e della responsabilità).
di Valerio Vagnoli
Signor Presidente
del Consiglio dei ministri, nella certezza assoluta che mai Ella
leggerà queste mie poche righe, tuttavia Le scrivo anche perché
scrivere è utile innanzitutto a chi lo fa. Forse a differenza di
Lei, ho letto da ragazzo, grazie proprio alla segnalazione di un
docente della scuola pubblica, il Messaggio dell’imperatore
di Kafka, e so benissimo come vanno queste cose.
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