Tfa vs concorsi?
Il dibattito si accende

Giunio Luzzatto, da ScuolaOggi 29.12.2011

Ritengo utile qualche precisazione sul tema "Tfa vs concorsi", dato che alcune informazioni giornalistiche sul previsto concorso sono state un po’ confuse (ma, in relazione a numerosi quesiti, il Ministro Profumo ha già dato alcuni chiarimenti).

Non vi è alcuna rotta di collisione tra la strada del tfa e quella di nuovi concorsi. Il tfa non “assume”, ma fornisce il titolo abilitante, che consente di ricevere incarichi temporanei ed è anche la condizione per partecipare al concorso, cioè alla procedura di assunzione a tempo indeterminato per il numero di posti che viene bandito. Prima che l’abilitazione fosse fornita dalla SSIS, ed ora dal tfa, nel concorso si conferivano -in aggiunta ai posti- le idoneità che costituivano abilitazione, ma ora non è più così. Aggiungo che durante l’intero iter di approvazione dei provvedimenti sul tfa la più forte obiezione era: che senso ha far partire un percorso formativo che abilita, senza sapere quali saranno poi le modalità di assunzione di chi lo conclude positivamente?

La risposta ora c’è. La modalità è il concorso (come prescrive, del resto, la Costituzione …), e ad esso potranno presentarsi solo gli abilitati: coloro che già lo sono attraverso le SSIS o anche i passati concorsi, e coloro che lo saranno tramite il tfa. Il problema è quello dello scaglionamento dei tempi. Se gli abilitati tfa ci fossero tra un anno, e il bando vi fosse prima, la prima volta potrebbero presentarsi solo gli abilitati precedenti.

Il nodo sta nelle parole “la prima volta”. Nel pomeriggio di oggi 22 dicembre ho sentito in diretta Profumo nel sito di Repubblica.it: ha insistito sul fatto che l’unico modo per avere reclutamenti corretti è dare regolarità temporale alle procedure. Come hai giustamente rilevato, i disastri si determinano se tra una volta e l’altra passa più di un decennio. Profumo ha anche affermato esplicitamente che i posti saranno suddivisi tra quota per far scorrere le graduatorie permanenti e quota per i concorsi: è il vecchio “doppio canale”.

Ottenuta la regolarità nei bandi, il primo di essi sarebbe utile anche se precedesse la conclusione del primo tfa. I migliori tra coloro che nelle graduatorie sono in posizione bassa potrebbero anticipare l’assunzione (e la possibilità di utilizzare il “primo canale” renderebbe meno tesa la vertenza sui punteggi, gli spostamenti di provincia, i “pettini”) ; esistono inoltre anche abilitati che non sono collocati nelle graduatorie.

Se si volesse invece avere insegnanti più giovani fin dal primo bando, e perciò esso fosse previsto sùbito dopo la conclusione del primo tfa, ciò non costituirebbe assolutamente un motivo per non lavorare ORA all’organizzazione della procedura concorsuale! La relativa macchina amministrativa, come sai meglio di me, è complessa ed è ora del tutto arrugginita. Per citare alcune esigenze che richiedono tempi non brevi, si tratta di definire i numeri di posti articolati sulle diverse regioni e sulle diverse abilitazioni, di stabilire le modalità delle prove e i “programmi”, di costituire migliaia di Commissioni.

Personalmente, resto in attesa di vedere come tutto questo avverrà. A priori, non me la sento però di fare obiezioni se, per una volta, un Ministro, anziché esporsi ai catastrofici errori che la fretta ha determinato anche in tempi recenti, dà inizio ad un itinerario che non raggiungerà il traguardo domani mattina proprio perché deve essere progettato e percorso con la dovuta serietà.