Il percorso a ostacoli per insegnare La Gelmini aveva istituito i Tfa presso le Università: ma che fine hanno fatto? da Vivere, 16.12.2011
Come si diventa, oggi, insegnante? Sarà pure un mestiere bistrattato
e malpagato, però la scuola resta uno sbocco professionale
importante soprattutto per specifiche tipologie di lauree. Il
problema è un altro: oggi un giovane neolaureato come accede al
mondo della scuola? Con le SSIS chiuse ormai da quattro anni, l’ex
ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, aveva proposto e
avviato l’iter per l’istituzione dei Tfa, Tirocini formativi attivi,
da conseguire presso le Università. Il problema è: previsti per
l’anno accademico 2011/2012 (ormai in corso da mesi), il progetto è
ancora avvolto nella nebbia: non si sa quando partiranno, come e
dove si svolgeranno le prove di selezioni, quanti saranno i posti
disponibili, chi potrà accedervi e quali atenei saranno abilitati.
Il percorso per insegnare nella scuola secondaria di I e II grado si articola in un corso di laurea magistrale (biennale) – o, per l’insegnamento di discipline artistiche, musicali e coreutiche, in un corso di diploma accademico di II livello - e in un tirocinio formativo attivo, al quale accedono coloro che hanno conseguito la laurea magistrale. Il Tfa è un “corso di preparazione all’insegnamento” che sostituisce il percorso effettuato, fino all’a.a. 2007-2008, nelle scuole di specializzazione (SSIS). Esso si svolge nelle istituzioni scolastiche accreditate, si conclude con la stesura di una relazione e con l’esame finale con valore abilitante. La gestione delle attività è affidata al consiglio del corso di tirocinio.
Per tutti i percorsi formativi si prevedono tutor coordinatori e
tutor dei tirocinanti. Nei corsi di laurea magistrale a ciclo unico
sono presenti anche tutor organizzatori. I tutor sono docenti e
dirigenti in servizio nelle istituzioni scolastiche del sistema
nazionale di istruzione.
Presso le università sono, inoltre, istituiti corsi di
perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina non linguistica
in lingua straniera (CLIL): possono partecipare gli insegnanti
abilitati per l’insegnamento nella scuola secondaria di II grado che
abbiano competenze linguistiche certificate di livello avanzato. I
corsi durano almeno un anno e comprendono almeno 300 ore di
tirocinio. A conclusione, si sostiene un esame finale e si consegue
un certificato che attesta le competenze acquisite.
Il freno a mano al decollo dei Tfa previsti da Mariastella Gelmini
da gennaio 2011 è arrivato da una “tecnicalità”: il contenuto della
prova di ammissione, rimesso in discussione formalmente, per "motivi
tecnici" (mancano ancora le firme dei ministri del Tesoro e della
Funzione pubblica). In realtà, tutto è fermo perché il nuovo
ministro Francesco Profumo vuole vederci chiaro per evitare di dare
il via libera ad atti che - a concorsi fermi dagli anni Novanta -
potrebbero aprire le porte a nuovo precariato nella scuola.
Le graduatorie a esaurimento sono ormai un precarificio: lì,
infatti, sono "parcheggiati" oltre 200mila precari "storici". E
altri 20mila abilitati sono fuori e premono per entrarci. Al tavolo
che il neoministro Profumo ha intenzione di aprire si siederanno
stavolta pure i sindacati, che in una lettera unitaria hanno già
fatto pervenire al ministro alcune "correzioni", a partire dalla
definizione (chiara) dei costi a carico dei partecipanti e sulla
(concreta) spendibilità delle abilitazioni acquisite tramite i Tfa.
L’ex ministro dell’Istruzione aveva deciso che ai Tfa ci sarebbero
stati 23mila posti (comprese le lauree magistrali di primo grado),
che in buona sostanza accontentavano le richieste degli atenei,
disponibili ad attivarne oltre 26mila, ma ben oltre il fabbisogno
stimato dai tecnici di via Trastevere in poco meno di 13mila. Una
disponibilità particolarmente "gonfiata" per i Tfa abilitanti
all'insegnamento nelle scuole secondarie di II grado: rispetto a un
fabbisogno di 5.659 posti ne sarebbero stati autorizzati circa il
triplo. Ora il dossier è sul tavolo di Francesco Profumo, chiamato a
risolvere il rebus che vede contrapposti i giovani laureati che
aspettano da quasi quattro anni di trovare una strada per
l'abilitazione e i tanti precari in attesa dell'immissione in ruolo.
Non sarà facile trovare una soluzione. Anche perché dopo le 5 manovre economiche di questo 2011, ci sono i turnover bloccati, e l’età pensionabile aumentata. Un mix di misure che potrebbe sfasare il calendario delle uscite degli insegnanti e quindi ridurre il numero di posti per le immissioni in ruolo. Di qui la soluzione avanzata da Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, di «consentire l'attivazione dei Tfa congiuntamente a un nuovo quadro per il reclutamento dei docenti», che dovrà mantenere il "doppio canale": 50% dalle graduatorie, 50% attraverso i bandi di concorsi a partire da dove le graduatorie sono esaurite. |