L'intervento

Scuola media bocciata

 Pasquale Almirante La Sicilia, 4.12.2011

Per la Fondazione Agnelli la ex scuola media, ormai chiamata secondaria di primo grado, è da bocciare e per una serie di motivi legati sia alla sua struttura, alquanto superata, e sia agli insegnanti, benché le sue fortune siano state meritorie quando fu istituita come obbligo, nel lontano 1962, per scolarizzare masse enormi di giovani e no ancora in possesso della sola licenza elementare.

Ma dove starebbe dunque l'inghippo secondo la Fondazione? A quanto sembra, la scuola media non garantirebbe a tutti i ragazzi le pari opportunità di studio, non riuscendo a pareggiare la superiorità culturale che i figli di genitori più istruiti si portano appresso rispetto ai compagni meno fortunati socialmente e della cui evidenza si fanno poi espressione i vari test che certificano tali disuguaglianze.

Tuttavia se si guarda bene nulla di nuovo rispetto a quanto don Milani da Barbiana ci comunicava nel 1968, con la differenza che oggi il divario si sarebbe più acuito. Inoltre, dicono gli esperti della Fondazione, il passaggio dalle elementari alle medie per gli scolari sarebbe troppo brusco poiché improvvisamente si troverebbero immersi in una scuola che è molto simile alle superiori dove il docente fa le sue lezioni, interroga ed esce, senza dunque quel rapporto di collaborazione e di aiuto, unito molto spesso alla ricerca di strategie didattiche innovative e personalizzate che hanno fatto della nostra scuola elementare tra le prime a livello internazionale.

Oltre ai curricoli (con 11 materie generiche mentre la lettura, scrittura e comprensione del testo, matematica, storia, scienze, lingua straniera entrano ugualmente nel calderone), che sarebbero da aggiustare favorendo il più possibile il tempo pieno che è stato invece falcidiato dalla precedente amministrazione, l'altra nota dolente sarebbero i professori tra i più vecchi della nostra istruzione e cui si sommerebbe il malcontento, non solo di un salario inferiore ai colleghi dei licei, ma anche una certa difficoltà comunicativa con gli alunni dovuta all'eccessivo divario generazionale. Un ricambio di questa classe docente dunque sarebbe auspicabile.