L’Invalsi “promossa”: Giuseppe Adernò AetnaNet 18.12.2011 Mentre in otto regioni d’Italia la seconda prova scritta del concorso per dirigenti scolastici ha avuto come argomento l’analisi di casi relativi ad episodi di bullismo scolastico, di problemi di disciplina e quali sono le responsabilità ed i compiti del dirigente, le procedure disciplinari da adottare, quasi ad indicare il diffuso malessere della scuola italiana e come spesso i ragazzi a scuola non ci stanno bene, in tre regioni: Abruzzo, Sicilia e Sardegna le commissioni esaminatrici hanno indirizzato l’attenzione agli esiti delle prove Invalsi e come , opportunamente lette, possono contribuire al miglioramento della scuola. Il riferimento al rendimento scolastico proposto nella seconda prova in Toscana e in Basilicata , con una particolare attenzione al rapporto con il Consiglio d’Istituto e agli strumenti di valutazione proposti dall’Invalsi costituisce certamente una novità per un concorso dirigenziale ed apre nuovi orizzonti di particolari attenzioni verso la cultura della valutazione che nella scuola italiana stenta a decollare. La lettura dei dati Invalsi e degli esiti delle prove è un dovere della scuola ed il dirigente se ne fa carico per analizzare l’efficacia dell’azione educativa e formativa, oltre ai diversificati livelli di competenze anche disciplina. I nuovi dirigenti, e certamente quelli che supereranno il concorso, avendo analizzato il “caso” assegnato, saranno certamente sostenitori della cultura della valutazione e sapranno meglio organizzare lo svolgimento delle prove Invalsi, che costituiscono un importante strumento di indagine e di verifica nazionale. Le prove Invalsi, infatti, non valutano la scuola o i docenti, come spesso si legge negli avvisi sindacali, ma aiutano gli operatori scolastici a crescere, a leggersi dentro, a comprendere come e dover far meglio in un’ottica di crescita nella qualità dell’istruzione e della formazione, non ancora corrispondente alle ore di lezioni effettivamente prestate. L’anno 2012 sarà importate per la scuola italiana perché nel mese di aprile si effettueranno in 1097 scuole le prove OCSE PISA che coinvolgeranno in ciascuna di esse 43 studenti quindicenni privilegiando l’osservazione in matematica e prendendo in esame le competenze di italiano, in scienze e otto studenti saranno sottoposti alle prove di alfabetizzazione finanziaria per verificare anche le conoscenze del linguaggio e degli strumenti economici finanziari di uso comune: bancomat, carta di credito, bonifico, budget. Un gruppo di scuole parteciperà inoltre alle verifiche delle competenze informatiche. L’esito della prova PISA darà una significativa valutazione della crescita della scuola italiana nei confronti degli altri Paesi europei e aderenti all’OCSE e ci si attende da questa verifica un segno di efficace miglioramento di posizione nella scala internazionale. Le 88 scuole del progetto “valutazione e miglioramento” appartenenti alle regioni dell’obiettivo convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) - e di queste 17 in Sicilia - saranno inoltre impegnate nel mettere in atto da gennaio a giugno delle piste di miglioramento a seguito di due distinti momenti di verifica, di monitoraggi e di audit che ha interessato dirigenti, docenti, studenti e genitori. Il coinvolgimento dei genitori nei percorsi di miglioramento favorirà, inoltre, una più efficace azione di crescita qualitativa della scuola. Grazie ai contributi della Comunità europea con i progetti PON FSE , circa ventimila docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado delle regioni: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono stati coinvolti nelle attività di formazione sulle indagini nazionali e internazionali di valutazione OCSE PISA e prove Invalsi . L’attività di formazione avviata a novembre si completerà con i seminari di ritorno a febbraio così da poter essere pronti per le prove Invalsi previste per il mese di maggio che coinvolgeranno gli studenti delle classi seconde e quinte della scuola primaria, delle classi prime della secondaria di primo grado e della classe seconda della scuola secondaria di secondo grado, mentre i ragazzi della terza media continueranno a svolgere negli “esami di Stato” la prova nazionale. La lettura dei dati relativi agli esiti delle prove Invalsi durante gli esami di terza media costituisce una positiva opportunità per rivedere il metodo ed i contenuti didattici di italiano e matematica , al fine di migliorare le competenze di lettura, di logica, di problem solving degli studenti. Nella seconda prova del concorso per dirigenti si chiedeva al candidato di esplicitare le azioni di miglioramento che il dirigente ritiene di dover mettere in atto per quelle classi che hanno registrato degli esiti inferiori alla media regionale e nazionale, Nel caso proposto in Sardegna si evidenziava inoltre che “il precedente dirigente non ha dato chiari indirizzi circa i criteri e le modalità di valutazione “e si constata che non è soltanto “un caso”. Le azioni sono semplici ed intersecate attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro di docenti con il coordinamento del “referente per la valutazione”, nella pianificazione degli interventi di lettura e analisi dei risultati delle prove e relativa enucleazione dei fattori emergenti e quindi delle proposte operative nella scelta dei contenuti e delle metodologie didattiche più opportune. La prima vera azione da svolgere è certamente quella di credere all’importanza della valutazione, che non si esaurisce nel “mettere i voti”, ma va ben oltre ed aiuta a comprendere anche la motivazione degli errori commessi dai ragazzi ed indirettamente i loro non sempre manifesti bisogni. Queste considerazione sono emerse dai lavori di gruppo dei seminari OCSE PISA e molti docenti che erano prevenuti nei confronti dell’Invalsi al termine del seminario, guardando dietro le quinte delle prove e provando a mettersi nei panni degli studenti, hanno cambiato idea, riconoscendo l’efficacia di una così preziosa opportunità formativa e professionale.
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