DSA nella scuola. Andiamoci piano Consigli del direttore dell'Istituto di Ortofonologia da Tuttoscuola, 15.12.2011 Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma - centro accreditato dal Sistema sanitario nazionale di terapia e ricerca per l'età evolutiva – chiede maggiore cautela per l’attribuzione di diagnosi di DSA e, in vista della presentazione di una specifica ricerca sul fenomeno, ha dichiarato: “In questo momento di crisi è necessario evitare di sperperare risorse. Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca indicano, a buon ragione, come la percentuale di bambini con dislessia nelle scuole non sia del 15% ma si tratti di una cifra pari al 3%”. Dalla indagine condotta risulta innanzitutto che “le diagnosi devono essere fatte a partire dal secondo anno delle scuole elementari, non esistendo casi di dislessia improvvisa che possano manifestarsi a 10, 12 o 14 anni”.
Lo psicoterapeuta dell'età evolutiva ha sottolineato, inoltre, la
necessità di “evitare sprechi, perché far acquistare alle scuole
strumenti compensativi, come calcolatrici o computer, che poi non
vengono adoperati, in quanto non idonei ai casi concreti, si rivela
non solo dannoso come spesa Per il direttore dell’IdO, infine, “è doveroso fare chiarezza sull’aumento vertiginoso dei casi di Dsa, in quanto non è veritiero. Si tratta – ha precisato - di un’ondata di medicalizzazione che investe tutti quei bambini i cui comportamenti si mostrano non inquadrati in un modello prestabilito”. Si tratterebbe di un fenomeno, secondo Castelbianco, che riguarda molti alunni considerati dislessici solo perché presentano difficoltà scolastiche, o considerati affetti da sindrome Adhd solo perché troppo agitati, quando invece potrebbero essere depressi o presentare disturbi di condotta”. |