SCUOLA
Aprea: maxi-concorso, intervista a Valentina Aprea il Sussidiario 19.12.2011
Il ministro
dell’istruzione Profumo rilancia il concorso pubblico per
insegnanti, anzi il maxi concorso, come lo ha definito lui parlando
oggi a Savona all’inaugurazione del nuovo campus universitario. Un
impegno che vedrebbe interessati circa trecentomila candidati.
Secondo il ministro infatti è troppo tempo che non si mette più mano
a una misura del genere: l’ultimo concorso pubblico per insegnanti
risale al 1999. Un maxi concorso che permetterebbe di dare spazio a
un ricambio generazionale e all’inserimento di nuovi e giovani
insegnanti. Secondo Valentina Aprea, presidente della Commissione
Cultura e Istruzione della Camera, contattata da IlSussidiario.net,
“d’accordo sulla ragione espressa dal ministro di riconsiderare il
cambio generazionale all’interno della scuola”. Ma, spiega Aprea,
“decisamente no se la modalità è quella del maxi concorso. C’è sì
bisogno di un nuovo reclutamento che possa consentire ai giovani
docenti di iniziare a lavorare a tempo pieno e indeterminato nelle
scuole, ma con selezione fortemente curata dalle reti di scuola e
dagli albi regionali”.
Sono d’accordo sulla
ragione espressa dal ministro di riconsiderare il cambio
generazionale nella scuola perché anche l’ultimo rapporto della
fondazione Agnelli ci ha dimostrato che la nostra classe docente è
prevalentemente anziana, e che anche l’abbattimento delle
graduatorie permanenti non modificherebbe questa situazione visto
che i cosiddetti precari lavorano già da molti anni. Non sarebbe
perciò un vero ricambio generazionale. Quindi, al netto dei diritti
acquisiti dagli insegnanti precari, resta il problema di portare
nuove leve e nuove energie nella scuola italiana.
Non esattamente, se la
modalità deve essere quella del maxi concorso allora dico un no
deciso.
Io mi auguro che il
ministro volesse riferirsi solo ai grandi numeri che servono al
ricambio della scuola come i docenti più giovani da inserire e
selezionare, ma mi auguro anzi che proprio con il ministro Profumo
si possa portare a termine una riforma che era già in cantiere
dall’inizio di questa legislatura con il ministro Gelmini.
Quella riforma che
parla di idoneità universitaria e quindi formazione iniziale da
conseguire nelle università con TFA (tirocini formativi attivi)
piuttosto che con le lauree magistrali come prevede il nuovo
regolamento della formazione insegnanti voluto dall’ex ministro
Gelmini. Necessario è però che poi si arrivi a rafforzare veramente
l’autonomia delle reti di scuole con una selezione e una seconda
selezione di concorsi locali di docenti idonei, magari inseriti
negli albi regionali.
Infatti. Credo che il
ministro Profumo abbia rappresentato un’esigenza vera, ma
l’espressione usata, quella del maxi concorso e la temporalità, non
sono assolutamente da accontentare. Io sono per tirocini formativi
attivi massicci cioè che sia data alle università la possibilità di
formare e selezionare allo stesso tempo docenti e laureati anche se
non subito all’insegnamento, ma in seguito con l’utilizzo degli albi
regionali e la possibilità per le scuole di valutare nell’ambito
delle reti di scuole i docenti più idonei per ogni scuola e per ogni
progetto. Non può più valere l’idea del docente nazionale che va
bene per tutte le scuole e che viene assegnato a tutte le scuole
solo in virtù di una burocrazia e di tempi e di modi burocratici.
Essendo questo un governo tecnico, dovrebbe occuparsi solo di provvedimenti e non di riforme. Lei a quali pensa, realisticamente?
Le contesterei questa domanda: come
governo tecnico hanno appena fatto una manovra che ha toccato il
cuore della vita e delle regole della vita sociale come le pensioni
e la modalità di utilizzo del denaro. Credo che proprio questi
ministri e questo governo che può godere per ora dell’appoggio di un
maggioranza definita di responsabilità nazionale sia chiamato anzi a
fare riforme vere. Quelle che una sola parte politica difficilmente
può fare. Dunque che aspettative ha?
Mi aspetto che anche nella scuola e
nelle università il ministro adotti lo stesso sistema usato nella
manovra, cioè una discontinuità con le vecchie logiche del passato e
impianti molto più severi e rigorosi dal punto di vista della spesa
dello Stato, ma che siano anche improntati a leggi di qualità e di
selezione nell’interesse degli studenti e delle famiglie. |