Miur/1. Profumo delinea
le direttrici della sua azione

da TuttoscuolaNews, n. 514 5.12.2011

Il IX Congresso nazionale dell’ANP, svoltosi a Fiuggi tra l’1 e il 4 dicembre, ha offerto al ministro Profumo l’occasione per presentare in modo organico se non un programma almeno alcuni orientamenti su importanti materie di politica scolastica.

Il quadro che ne è uscito appare per ora di sostanziale continuità con l’azione sviluppata negli anni precedenti da Mariastella Gelmini, anche se con una particolare enfasi posta sull’importanza strategica di scuola università e ricerca, definiti “presidi fondamentali, in una prospettiva di medio periodo, per una nazione che voglia garantirsi un futuro solido fatto di sviluppo, ricchezza e conoscenza”.

Ricollegandosi a quanto già detto da Mario Monti in più occasioni Profumo ha ricordato le “numerose indagini internazionali che dimostrano come esista una relazione diretta tra i risultati del rapporto OCSE PISA sugli apprendimenti e il livello di Pil della nazione. Così come da una maggiore qualità dell’apprendimento discendono più mobilità sociale e ricchezza individuale”.

Il ministro non ha fatto aperture sul versante delle risorse finanziarie, ma ha assicurato che il suo impegno sarà “nella direzione del rilancio e dello sviluppo”.

Nel breve periodo, quindi, l’azione del ministro si svilupperà soprattutto su obiettivi che possano favorire rilancio e sviluppo: “In questa fase, non abbiamo bisogno di scrivere sulla carta nuove riforme, né dobbiamo intraprendere opere di ingegneria istituzionale. Insieme dobbiamo invece consentire alla scuola di sviluppare – nel rispetto dell’autonomia scolastica – le capacità di rispondere con flessibilità e progetti educativi più personalizzati alle esigenze dei nostri studenti”.

Quindi: più attenzione ai risultati dell’attività delle scuole, superamento della didattica frontale, autovalutazione delle scuole ma anche valutazione esterna “per consentirci di riflettere sulla reale efficacia del lavoro di didattica”. E poi piena autonomia scolastica “superando logiche e pratiche dirigistiche da parte del MIUR” ma riconoscendo a quest’ultimo “il compito di attivare processi di verifica dei livelli di apprendimento, formazione degli insegnanti, sviluppo delle professionalità dei docenti e riconoscimento pieno della dirigenza”.

Il ministro ha anche accennato a “una governance che non identifichi come unici soggetti i dirigenti scolastici e il collegio dei docenti, ma che consenta di individuare e promuovere altre articolazioni dell’organizzazione del lavoro”, modalità di finanziamento delle scuole che “assicurino sin dall’inizio dell’anno risorse certe, tendenzialmente senza vincoli di destinazione”, e a forme di reclutamento che “garantiscano procedure snelle, trasparenti e definite, per permettere una immissione periodica certa, e dare opportunità concrete ai docenti che escono dai nuovi percorsi di formazione universitaria, senza creare nuovo precariato”. Sblocco infine, in tempi stretti, dei concorsi per dirigenti tecnici e per dirigenti scolastici. Sui precari, neanche una parola per ora.