Un intervento di Andrea Gavosto, Fondazione Agnelli

Concorsi subito? Sì. Ma come?

da Tuttoscuola, 21.12.2011

Nell’animato dibattito sulla riapertura dei concorsi interviene Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, che in un articolo pubblicato su IlSole-24ore giudica “condivisibile” l’idea del ministro Profumo di farli partire entro il 2012, ma avverte che “il rischio che il progetto si trasformi in un calvario giuridico-amministrativo o si risolva in una sanatoria indistinta degli attuali precari è elevato”.

Per evitare che ciò avvenga occorre che vengano rispettate quattro condizioni. La prima è che i concorsi siano “coerenti a un percorso formativo definito e pensato per le esigenze di ciascun segmento scolastico”. Quindi differenziati a seconda del tipo e livello di scuola. La seconda condizione è che i concorsi non siano ‘una tantum’, ma regolarmente realizzati ogni due-tre anni “evitando che – come è avvenuto in questi decenni – si salti un'intera generazione”. In terzo luogo occorre che la selezione sia effettuata solo sulla base dei risultati conseguiti alle prove di esame del concorso senza tener conto dell’anzianità di servizio La quarta condizione è che i concorsi non producano altro precariato: “chi vince prende il posto, chi perde non va in coda”.

Soltanto a queste condizioni, a suo giudizio, “nuovi concorsi serviranno a mettere in pratica l'idea di Profumo e qualche ‘toppa’ al cronico problema del reclutamento dei docenti”.

Tutto ciò “in attesa che maturino i tempi per quella che oggi in Italia è un'utopia, ma in altri paesi è la normalità: se un giovane vuole fare il mestiere del maestro o del professore, segue un percorso universitario definito a questo scopo, al termine del quale – attraverso selezioni o concorsi nazionali – viene ammesso a un albo di abilitati all'insegnamento. A quel punto sono le scuole nella loro autonomia ad attingere all'albo per scegliersi i propri insegnanti attraverso la ‘chiamata diretta’, rispondendo delle proprie scelte grazie a un efficace sistema di valutazione”.

Una soluzione, quest’ultima, che Valentina Aprea, presidente della VII Commissione della Camera, preferirebbe in qualche modo anticipare, come riferito da Tuttoscuola.