Profumo: Concorsi biennali e autostima
al posto degli aumenti

da Tuttoscuola, 21.12.2011

Durante la trasmissione de La7 ‘Otto e mezzo’ il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, è tornato sull’argomento concorsi, rettificando innanzitutto il numero potenziale di candidati (non 300 mila ma circa 220 mila) e confermando le ragioni della sua decisione in questi termini “la scuola italiana ha bisogno di un'iniezione di giovani. Dobbiamo trovare un equilibrio tra esperienze e aspettative delle persone e le opportunità per i giovani, che non possiamo sempre tenere indietro. Un'ipotesi potrebbe essere la ripartizione proporzionale tra posti recuperati con le graduatorie e posti che potrebbero essere messi in concorso".

Il Ministro ha anche fatto una scaletta del programma in via di attuazione: “la prima cosa sarà individuare i posti disponibili”, anche a fronte dei pensionamenti di quest'anno e di quelli a venire. A tal proposito "abbiamo fatto una stima sulla base dei pensionamenti pre manovra, che adesso stiamo aggiornando".

“Vorrei che i concorsi fossero periodici – ha ammesso il ministro - magari ogni due anni”. Confermando che ne parlerà anche ai sindacati domani nell’incontro fissato al Miur.

Alla domanda se il tipo di concorso dovesse essere di carattere nazionale o regionale (questa seconda ipotesi è stata sposata dal presidente dell’Anp Giorgio Rembado), Profumo ha detto che "è un problema di secondo livello. Stiamo cercando di valutare la domanda: su questa base concorsi in tempi brevi, nel miglior modo possibile e in assoluta trasparenza. Il Paese ha bisogno di rimettere in moto un meccanismo di regolarità, il meccanismo di un Paese normale".

Durante la trasmissione si è parlato anche dei compensi mensili davvero “magri” che percepisce il corpo insegnante della scuola italiana. Il ministro dell’Istruzione ha messo però subito le mani avanti: "Difficile ora parlare di aumentare gli stipendi degli insegnanti si potrà farlo nel momento in cui ci sarà una ripresa. Ci vuole la serenità di capire qual è la situazione: è difficile oggi parlare di aumento di stipendi degli insegnati – ha aggiunto il ministro - : penso che ora si debba lavorare sull'autotistima, crearsi una reputazione, nel momento in cui ci sarà una ripresa, potremmo parlare anche di un aumento degli stipendi".

Autostima al posto di aumenti: forse i docenti non gradiranno.