Dai banchi di scuola all'officina:
Alessandro sarà il primo studente della Marca a
sperimentare di Mattia Zanardo, Il Gazzettino 29.12.2011 TREVISO - Dal banco di scuola al bancone da lavoro di un'officina. Il fine è il medesimo: dare un'istruzione ad un giovane, cambia lo scenario: al rientro delle vacanze natalizie, la nuova aula di Alessandro Barbazza, studente dell'Ipsia Giorgi di Treviso, sarà la carrozzeria Tozzato di Bonisiolo, frazione di Mogliano Veneto. Questo sedicenne di Casale sul Sile sarà il primo a sperimentare, nella Marca, la possibilità di svolgere la propria formazione scolastica in azienda, prevista dall'ultima riforma. Nelle classi, quelle propriamente dette, Alessandro non si è mai sentito troppo a suo agio: dopo una carriera scolastica con qualche intoppo, lo scorso settembre si è iscritto in prima al Giorgi, indirizzo "manutenzione e riparazione veicoli". Ma a star seduto dietro a quel banco, ad ascoltare spiegazioni, proprio non ce la faceva e, dopo poco più di un mese, si è presentato insieme alla mamma dalla preside, annunciando: «Mi ritiro, resto a casa: mi piace montare e smontare i motori, magari farò qualche lavoretto». Un altro ragazzo, uno dei tanti, che per vari motivi molla prima di aver completato il percorso di studi (dispersione fino al 20% nelle professionali trevigiane). La professoressa Nara Ronchin, dirigente reggente del Giorgi, non ha voluto arrendersi e, grazie alla collaborazione della Confartigianato della Marca, ha proposto l'alternativa. «Istruzione di serie B? Per nulla, semmai è uno stile diverso di apprendere quelle competenze che un istituto come il nostro deve fornire ai suoi studenti - spiega la preside -. E comunque sarà sempre seguito da un tutor della scuola ed ha sempre la possibilità di rientrare». Dalle 9 alle 17 di ogni giorno (con un'ora di pausa pranzo), dunque, frequenterà nella ditta artigiana, con tanto di registro delle presenze e pagelle di fine anno. Non verrà pagato, ma l'esperienza gli varrà come annata scolastica. Anzi, se continuerà, dopo tre anni potrà sostenere, come i suoi compagni l'esame di qualifica. Alla Confartigianato puntano ad estendere il progetto anche ad altre scuole. Tanto più che l'apprendistato per i minorenni richiede adempimenti tanto complessi che, di fatto, non viene utilizzato. «Gli artigiani tornano a fare i maestri di mestiere, tramandare la manualità che ha reso grande il made in Italy - rimarcano Mario Pozza e Francesco Giacomin, presidente e direttore della Confartigianato della Marca -. Formule simili sono utilizzate in tutta Europa, solo in Italia si privilegia la teoria». Poi fra qualche anno, chissà, Alessandro, tra un pistone e un carburatore, avrà tutto il tempo di scoprire Leopardi e Aristotele e di riprendere in mano i libri. |