Aprea. No al maxiconcorso

da Tuttoscuola, 21.12.2011

La prospettiva di riaprire a breve la stagione dei concorsi per il reclutamento dei docenti nella scuola italiana, lanciata pochi giorni fa dal ministro Profumo, ha acceso il dibattito, facendo registrare sostanziali consensi di principio accompagnati però da diversi “distinguo” sul come.

“IlSussidiario.net” ha intervistato in proposito l’on. Valentina Aprea, presidente della VII Commissione Cultura della Camera ed ex-sottosegretario all’istruzione nel ministero Moratti, che ha così esordito “Sono d’accordo sulla ragione espressa dal ministro di riconsiderare il cambio generazionale nella scuola … al netto dei diritti acquisiti dagli insegnanti precari, resta il problema di portare nuove leve e nuove energie nella scuola italiana” ma…

Ma sul come Aprea precisa subito la sua totale divergenza “se la modalità deve essere quella del maxi concorso allora dico un no deciso.”

La presidente della Commissione si augura che il ministro abbia voluto riferirsi solo ai grandi numeri che servono al ricambio della scuola come i docenti più giovani da inserire e selezionare, ma si augura anche che si possa portare a termine la riforma del TFA (tirocini formativi attivi), in quanto teme che l’immediata apertura dei concorsi penalizzerebbe i laureandi, lasciata irrisolta la questione dei nuovi TFA che rimarrebbero esclusi.

La rappresentante del Pdl è insomma per i due tempi e per la revisione di una idea nazionale unica del reclutamento “Io sono per tirocini formativi attivi massicci cioè che sia data alle università la possibilità di formare e selezionare allo stesso tempo docenti e laureati anche se non subito all’insegnamento, ma in seguito con l’utilizzo degli albi regionali e la possibilità per le scuole di valutare nell’ambito delle reti di scuole i docenti più idonei per ogni scuola e per ogni progetto. Non può più valere l’idea del docente nazionale che va bene per tutte le scuole e che viene assegnato a tutte le scuole solo in virtù di una burocrazia e di tempi e di modi burocratici”.