L’apprendistato del Professore

da TuttoscuolaNews, n. 516 19.12.2011

Il governo dei tecnici, capitanato dal supertecnico Mario Monti, che i giornali ormai chiamano il Professore (tranne il caustico Giuliano Ferrara, che lo chiama ‘Preside’), sta rapidamente compiendo il suo apprendistato in politica.

Ha così sperimentato, in meno di un mese, la distanza che separa la messa a punto di programmi e progetti, pur teoricamente ben definiti e motivati, dalla loro fattibilità politico-parlamentare, l’opaca e trasversale resistenza opposta dalle corporazioni, il venir meno dell’appoggio di una forza politica (l’Idv di Di Pietro) che gli aveva votato la fiducia in Parlamento, l’appannarsi del sostegno dei due principali partiti protagonisti di questa fase della vita politica italiana, il Pdl e il Pd.

Non che la luna di miele di Mario Monti sia precocemente finita, anche perché la forza dell’attuale governo è costituita dal fatto che non ha una alternativa in questa legislatura, mentre le principali forze politiche hanno bisogno di tempo per ripresentarsi di fronte all’elettorato essendo entrate in crisi le loro alleanze tradizionali: quella con la Lega per il Pdl e quella con l’Idv (e con la sinistra estrema) per il Pd.

In questo contesto lo spazio del governo è soprattutto quello della gestione razionale ed efficiente delle scarse risorse e dei molti problemi ereditati non solo dal governo precedente, ma da un intero periodo di sottovalutazione dei fattori strategici della crescita, tra i quali, in primo luogo, un’istruzione scolastica, universitaria e professionale di qualità. Su questo punto il governo dei Professori sembra il più adatto, quanto meno, a comprendere la natura e la portata del problema. Speriamo che abbia anche la forza di operare concretamente in questa direzione.