No a questa superficialità Niente laurea specifica in Scienze della Formazione e nemmeno il possesso di un titolo di specializzazione in attività di sostegno, oltre a una differenziazione di punteggi rispetto alle esperienze svolte nel settore, che lascia quanto meno perplessi: e così il vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) Salvatore Nocera - ritenendo una tale superficialità nella formazione dei futuri docenti per il sostegno lesiva della qualità dell'inclusione scolastica - scrive ai responsabili dell'Agenzia Nazionale dello Sviluppo per l'Autonomia Scolastica e ai referenti del Ministero, per chiedere di rivedere almeno nei punti evidenziati quel recente bando sulla «creazione di graduatorie regionali di tutor per i corsi inerenti il progetto di riqualificazione/riconversione professionale sul sostegno»
«Le Associazioni di persone con
disabilità non sono disponibili ad accettare una tale superficialità
nella formazione dei futuri docenti per il sostegno»: questo il
commento di Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e
responsabile del Settore Legale dell'Osservatorio Scolastico dell'AIPD
(Associazione Italiana Persone Down), dopo avere esaminato il
recente
Decreto n. 273 dell'ANSAS
(Agenzia Nazionale dello Sviluppo per l'Autonomia Scolastica, ex
INDIRE), prodotto il 12 dicembre scorso e avente come scopo «la
creazione di graduatorie regionali di tutor per i corsi inerenti il
progetto di riqualificazione/riconversione professionale sul
sostegno». In particolare, tale rilievo si riferisce agli articoli 3 e 5 del documento. Scrive infatti il vicepresidente della FISH che «il Decreto in oggetto - che deve selezionare tutor per la specializzazione per il sostegno all'inclusione scolastica - stranamente all'art. 3 tra i requisiti posseduti non richiede una laurea specifica in Scienze della Formazione, ma una qualunque laurea. Inoltre non è richiesto neppure il possesso del titolo di specializzazione in attività di sostegno». Guardando poi all'articolo 5, «lascia pure perplessi - aggiunge Nocera - la differenziazione di punteggio attribuito al punto Esperienze nel settore. Infatti, viene attribuito fino a un massimo di 3 punti per ogni anno di insegnamento sul sostegno nelle scuole secondarie (indifferente con o senza titolo di specializzazione); fino a un massimo di 2 punti per ogni anno di insegnamento su sostegno nelle scuole primarie e nessun punto per chi ha svolto attività di insegnamento sul sostegno nella scuola dell'infanzia. Ci si chiede quale sia la ratio alla base di questa differenziazione, la quale, a mio avviso, offre il fianco a sicuro contenzioso per disparità ingiustificata di trattamento». La richiesta conclusiva, quindi, espressa con toni quanto mai perentori, è quella di rivedere il bando, almeno nei tre punti segnalati. (S.B.) Ricordiamo ancora che il Decreto dell'ANSAS di cui si parla nel presente testo è visionabile cliccando qui |