Il prof fa cantare 'Faccetta nera'
agli alunni di terza media, i genitori s’arrabbiano

di A.G. La Tecnica della Scuola, 24.4.2011

In provincia di Vicenza un docente ha proposto la canzone-simbolo del Ventennio: rientrava in un ciclo di lezioni per contestualizzare i periodi storici anche con la musica. Protestano le famiglie: prima di dare il testo e lo spartito ai ragazzini avrebbe dovuto parlarne con noi.

È opportuno far suonare e cantare 'Faccetta nera', la storica canzone del Ventennio fascista, ad una classe di alunni di terza media? Questione di punti di vista. Che anche su determinati argomenti educativi sono spesso opposti. A sostenere di sì, a schierarsi a favore del canto d’altri tempi e facente capo a governi ricordati più per le disfatte che per i meriti, è Nicola Meneghini, il docente di musica della scuola media Monte Grappa a Pove del Grappa, in provincia di Vicenza, che si è fatto promotore dell’iniziativa: sostiene che è rientrata "in un ciclo di lezioni che hanno cercato di contestualizzare i periodi storici anche con la musica: così per il Risorgimento avevamo eseguito ‘Va' Pensiero’, per la Prima Guerra Mondiale la ‘Leggenda del Piave’, ora toccava al Fascismo e avevamo scelto ‘Faccetta Nera’".

Di diverso avviso sono, invece, molti dei genitori degli alunni coinvolti, che hanno protestato prima nei confronti del docente e del suo dirigente scolastico: la scuola ha fornito loro il testo della canzoni, come delle altre ritenute rappresentative di un precisa epoca storica, con un foglio sulle motivazioni della scelta. Ma, evidentemente, non hanno ritenuto tali spiegazioni sufficienti. E si sono rivolti ad un quotidiano locale. "Non sono per le censure – ha spiegato uno dei genitori degli alunni veneti - ma quella canzone mi è sembrata una forzatura su un ragazzino di 13 anni, visto che con la musica leggeva il testo. Parole che non si associano solo ad un momento storico, ma individuano valori politici ed etici ben precisi che non sono quelli che vogliamo insegnare ai nostri figli. Forse, prima di dare il testo e lo spartito ai ragazzini, il professore avrebbe dovuto parlarne con noi".

L’episodio, inoltre, appare in netta controtendenza rispetto a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal premier Berlusconi, secondo cui le famiglie non sarebbero contente dei contenuti che certi docenti della scuola pubblica cercano di ‘inculcare’ nei confronti dei lori figli: solo che i prof messi all’indice dal presidente del Consiglio erano quelli di sinistra...