Difficoltà a scuola e poca voglia di rischiare:
ecco l'identikit del giovane immigrato
secondo il Cnel

 Claudio Tucci Il Sole 24 Ore, 4.4.2011

Il 64,5% degli adolescenti stranieri considera la propria famiglia come una risorsa per l'integrazione. Il sogno, per il 63,4%, è di trovare in Italia un lavoro stabile e sicuro. Ma a scuola si zoppica un po', soprattutto alle elementari, (anche se poi si recupera nelle classi successive) e sono una minoranza, il 40,1%, i ragazzi che pensano di fare l'università. L'attività in proprio è in genere poco gradita - forse perchè più rischiosa - e il 44,6% vorrebbe andare a vivere all'estero.

Accomuna un po' tutti l'aspettativa poco rosea per il futuro: il 76,7% pensa di non avera alcuna possibilità di cambiare il mondo. I dati sono contenuti nella ricerca «Le seconde generazioni e il problema dell'identità culturale: conflitto culturale o generazionale», realizzata dal Cnel, assieme alla fondazione Silvano Adinolfi e presentata a Roma.

Gli immigrati sentono la società italiana simile alla propria

Lo studio è stato realizzato su un campione di 751 adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni, "reclutati" all'interno delle scuole medie superiori, di cui 414 di origine straniera (provenienti da 51 Paesi) e 337 italiani. Interessante lo spaccato che ne emerge. A partire dal fatto che la seconda generazione afferma nella stragrande maggioranza dei casi di sentirsi vicina allo stile di vita italiano (79%) e i tre quarti del campione ritiene che la propria famiglia sia bene integrata in Italia, dove la società non è poi così diversa dalla sua. Gli italiani invece ritengono più degli stranieri che le proprie famiglie disprezzino la nostra società e sentono di non somigliarle.

L'identikit del giovane immigrato

Dallo studio emerge che la quasi totalità del campione (90%) è arrivato in Italia nella primissima infanzia dall'Europa dell'Est (29,3%), dal Nord Africa (27,8%) e dall'Asia (24,7%) ed è in prevalenza di religione mussulmana (44,2 per cento). Gli adolescenti immigrati appartengono a famiglie più numerose rispetto a quelle dei coetanei italiani, in cui la madre è nella maggior parte dei casi casalinga (38,9%) o lavora come collaboratrice domestica/badante (29,2%), mentre il padre è operaio (40,1 per cento). Significative alcune differenze tra genitori. Secondo i ragazzi, sarebbero di più gli stranieri ad approvare l'acquisto di abiti firmati e a condividere il comportamento di bere alcolici, mentre i genitori italiani vorrebbero di più che i figli leggessero, ma sarebbero anche i più tolleranti sulle assenze a scuola e sul sesso.