Invalsi/1. La guerra dei test

da TuttoscuolaNews, n. 487 26.4.2011

Le recenti iniziative anti test Invalsi, sostenute da vari comitati e sindacati di base (l’Unicobas è giunto a proclamare uno sciopero nei giorni della somministrazione delle prove, il 12 e 13 maggio), non riusciranno probabilmente a ostacolare in modo significativo la sessione di prove programmata già da tempo, ma hanno aperto tra gli insegnanti e gli esperti un dibattito interessante, che ricalca per alcuni aspetti analoghi scontri e confronti verificatisi nei Paesi, soprattutto (ma non solo) di cultura anglosassone, dove i test sono da più tempo utilizzati.

A parte le obiezioni ideologiche, che vedono nei test uno strumento neoautoritario di normalizzazione e “omologazione dall’alto” di valori, comportamenti e modelli culturali, ci sono i dubbi di molti insegnanti, secondo i quali esistono competenze e abilità non misurabili proprio perché non standardizzabili.

Vengono citate, per esempio, la capacità di riflessione critica e di compiuta esposizione del pensiero, la relazione insegnante/alunno, la creatività, le conoscenze e competenze legate a discipline diverse da quelle generalmente testate a livello nazionale e internazionale: lingua materna, matematica, scienze. E si fa presente che i test, strumenti valutativi tipicamente sommativi, non possono rilevare le distanze tra i livelli di partenza e quelli di arrivo.