Ma quelle prove sono a favore
o contro
gli alunni con bisogni educativi speciali?
Viene facile sovvertire il titolo della "Nota
sullo svolgimento delle prove del Servizio Nazionale di Valutazione
2010-2011 per gli allievi con bisogni speciali", recentemente
prodotta dall'INVALSI, in vista delle verifiche previste per il
prossimo mese di maggio, come accade ormai dal 2004. Tante e tali,
infatti, sono le indicazioni prodotte da questo ente di diritto
pubblico - e non dal Ministero - che confliggono con più di
trent'anni di leggi sull'integrazione scolastica degli alunni con
disabilità e sulla "scuola di tutti"
di
Elena Duccillo*
da
Superando
26.4.2011
Ci
risiamo: arrivato in sordina e ora diffuso capillarmente a due
settimane dalla pubblicazione, si affaccia il provvedimento
indirizzato alle scuole, emanato non dal Ministero, ma da un
ente di diritto pubblico, l'INVALSI**
(Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di
Istruzione e di Formazione), sulle modalità per lo
svolgimento delle prove di apprendimento per gli alunni con bisogni
educativi speciali.
La nota - che nota resta e a parere di chi scrive non ha forza di
legge - dimentica il buon senso e impartisce una serie di tassative
disposizioni, incongruenti con la recente
Legge 170/10
sui disturbi specifici di apprendimento (pur ancora in attesa di
linee guida), discordanti con il
regolamento sulla valutazione, contenuto nel DPR
122/09 e al di fuori delle basilari disposizioni in
tema di inclusione delle persone con disabilità, che a
pieno titolo frequentano le scuole italiane da quando fu abolita
l'istruzione separata.
L'impianto normativo vigente, infatti - che mai in nessun caso
prevede da più di trent'anni l'allontanamento in un giorno di
lezione, in orario scolastico, dell'alunno disabile o con disturbo
di apprendimento, dato l'ipotetico intralcio arrecato allo
svolgimento delle lezioni - è sostanzialmente sovvertito
dalle disposizioni contenute nella Nota sullo
svolgimento delle prove del SNV 2010‐2011 per gli allievi con
bisogni educativi speciali. Più che per gli
allievi, dunque, definirei quest'ultima contro
gli stessi.
La domanda
principale da porsi - esaminando il
testo di tale Nota - è: dov'è il vantaggio
in queste disposizioni per gli alunni in questione? E mi
riferisco a questioni fondamentali, che qui cercherò di elencare.
Primo quesito: si possono allontanare dalla classe in un normale
giorno di frequenza quegli alunni che «potrebbero disturbare»?
Disturbare cosa? Il rendimento di quelli "normodotati" che devono
dimostrare la loro preparazione, al netto di chi non può essere
sottoposto a criteri relativi di stima delle performance?
Si può dare disposizione che il docente di sostegno «non può essere
presente in classe»? Si badi bene: non che non possa intervenire,
ma esserci...
E ancora, si può non far partecipare a una o a tutte le
prove SNV [Servizio Nazionale di Valutazione, N.d.R.] gli
alunni con disabilità intellettiva o altra disabilità grave,
impegnandoli nei giorni delle prove in un'altra attività?
È lecita, in termini di non discriminazione,
l'attività che non si può svolgere dentro la classe dove stanno
avvenendo le prove, esplicito monito all'allontanamento dell'alunno
"sacrificato", in nome dell'affidabilità e dell'attendibilità delle
prove?
Si può infine far ricadere sulla discrezionalità del
dirigente scolastico un'indicazione che recita: «È
consentito che gli allievi con disabilità intellettiva o altra
disabilità grave svolgano una o tutte le prove SNV in un locale
differente da quello utilizzato per gli altri»? Un dirigente,
garante delle
Linee Guida Ministeriali per l'Integrazione Scolastica, può
prendere disposizioni contrastanti, provenienti da una nota di un
ente di diritto pubblico?
E passiamo agli
alunni ipovedenti o non vedenti, che fin dalle prime prove
pilota - a differenza di ogni altra tipologia di disturbo - sono
stati inclusi a pieno titolo nelle valutazioni da parte
dell'INVALSI. Ebbene, come possono ora essere sottoposti a quanto
scritto nella Nota in esame, ovvero a rinunciare
completamente a quei supporti e a quel modo di svolgimento
che dal principio delle fasi pilota ne hanno garantita la piena
partecipazione?
Cito testualmente: «Se ritenuto opportuno dal Dirigente scolastico,
è consentito che gli allievi ipovedenti o non vedenti svolgano le
prove in un locale differente da quello utilizzato per gli altri
allievi della classe. Solo in questo caso, è anche possibile la
lettura ad alta voce della prova e la presenza dell'insegnante di
sostegno, se previsto».
Beh, se si conosce qualche caso in cui non sia previsto un docente
di sostegno per un alunno minorato della vista, significa solo
che i tagli sono arrivati all'en plein! Potrebbe
essere autonomo? Perché no! Ma mi chiedo: la discrezionalità a quale
titolo viene demandata al dirigente scolastico da parte
dell'INVALSI? Che sia cambiato qualcosa anche per gli alunni non
vedenti rispetto a tutte le prove svolte del 2004 a oggi? Un vero
mistero!
A mio modesto parere,
non credo che tutto ciò possa essere permesso
durante un normale giorno di scuola, in una situazione che -
dichiarando di riconoscere i bisogni educativi speciali dal titolo
di una Nota - di fatto impone una mortificazione
dal punto di vista minimo (minimo) dell'autostima e della
pesante ricaduta psicologica di alunni che, ove consapevoli di tali
disuguaglianze, porteranno ancora una volta i segni di
un'ingiustizia che passa inosservata.
Lo ripeto: rispetto a queste indicazioni - che nella gerarchia delle
fonti normative, non sono a mio avviso al di sopra di alcuna norma
espressamente prevista da trent'anni di legislazione scolastica -
non vi è ratio che imponga disposizioni contrarie
alle leggi, tanto più se - come alcune organizzazioni
sostengono - non vi sarebbe per niente l'obbligo di svolgere
monitoraggi con prove di apprendimento così come sono proposte e
organizzate allo stato attuale dei fatti.
Vogliamo dunque salvare le prove di apprendimento e come si suol
dire, "buttare il bambino con l'acqua sporca"? Eppure, di fatto, è
proprio questo che avverrà!
Gli studi comparativi - se avvengono mettendo a confronto l'Italia
con Paesi che non contemplano l'integrazione scolastica e se
propongono monitoraggi dei livelli di apprendimento conseguiti dal
sistema scolastico, nel suo insieme e nelle sue articolazioni -
sacrificano però anni di lavoro e di lotte di
famiglie, docenti, organizzazioni e istituzioni, mettendo fuori
dall'uscio materialmente e simbolicamente chi ha
portato alto il nome della scuola italiana nel mondo, vale a dire
gli alunni con disabilità e chi vi si dedica con
professionalità e abnegazione.
Se poi non si tratta di discriminazione, ma di "rigore" e di
"scientificità degli studi statistici", gli esiti per gli alunni non
sono "egualitari" e dunque non appartengono a buone prassi
inclusive.
A conclusione dunque di
queste riflessioni, tappa primaverile fissa, ormai, dal 2004, e in
difesa della dignità di chi passa inosservato, ribattezzerei con una
battuta la Nota dell'INVALSI: Nota sullo svolgimento
delle prove del SNV 2010‐2011 "contro" gli allievi
con bisogni educativi speciali.
* Insegnante.
** Nato
nel 1999 dalla trasformazione del CEDE
(Centro Europeo per l'Educazione) e ulteriormente riordinato nel
2004 dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca,
l'INVALSI
(Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di
Istruzione e di Formazione) ha come sua principale missione
istituzionale quella di «fornire alle istituzioni scolastiche e alle
famiglie degli studenti adeguate informazioni e affidabili criteri
di giudizio, in aggiunta a quelli che ogni docente acquisisce
quotidianamente attraverso il contatto con gli allievi».
Tale compito viene innanzitutto svolto - come si può leggere nello
stesso sito dell'INVALSI - attraverso «verifiche periodiche e
sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla
qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di
istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel
contesto dell'apprendimento permanente». In particolare viene
gestito il cosiddetto "Servizio
Nazionale di Valutazione" (SNV),
tramite specifiche "prove di apprendimento". Viene
infine prodotto un Manuale per il somministratore,
che dovrebbe fornire tutte le indicazioni in vista delle prove che
per quest'anno sono previste esattamente nella prima settimana di
maggio per le Scuole Secondarie di Secondo Grado,
nella seconda settimana, per le Scuole Secondarie di Primo Grado e
per quelle Primarie.
Rispetto alle indicazioni discriminatorie dell'INVALSI, rilevate
sempre da Elena Duccillo per il precedente anno
scolastico, segnaliamo - nel nostro sito - la pubblicazione del
testo disponibile cliccando
qui.