La Carlucci: serve una commissione d'inchiesta.
La Gelmini: il problema esiste

«Nei libri di testo fango sul Pdl»

La proposta di 19 parlamentari. Lo storico Della Peruta:
«Censura che ricorda tempi infausti»

Paolo Conti Il Corriere della Sera, 13.4.2011

ROMA - Nei testi di storia adottati nelle scuole superiori italiane ci sono «tentativi subdoli di indottrinamento per plagiare le giovani generazioni a fini elettorali». Nelle pagine «si osanna l'attuale schieramento di sinistra gettando fango sui loro avversari», ovvero su Berlusconi e il Pdl. Quindi urge l'istituzione di «una Commissione parlamentare di inchiesta sull'imparzialità dei libri scolastici». Parola di Gabriella Carlucci, Pdl, che guida un gruppo di 19 parlamentari che hanno depositato un progetto di legge (assegnato alla commissione Cultura della Camera) perché la scuola «non può trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano». Il capogruppo pdl in commissione Cultura, Emerenzio Barbieri, immagina di poter «verificare quali siano i testi faziosi, dare loro il tempo di adeguarsi prima di ritirarli dal mercato». Interviene il ministro Mariastella Gelmini: «Il tema dei libri di testo ricorre spesso, io penso che, in generale, lì non debba entrare la politica ma una visione oggettiva dei fatti e degli eventi storici». La proposta Carlucci? «La valuteremo, il Parlamento è sovrano».

Molti i volumi sotto accusa. Tra questi La storia di Della Peruta-Chittolini-Capra edito da Le Monnier, marchio del gruppo Mondadori Education, di proprietà Berlusconi. Ecco i passi «incriminati». Palmiro Togliatti «fu un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali». Enrico Berlinguer «un uomo di profonda onestà morale e intellettuale, misurato e alieno dalla retorica». Reazione del professor Franco Della Peruta, classe 1923, presidente dell'Istituto lombardo di storia contemporanea: «Pentito? Certamente no... questa attività censoria ricorda tempi inquisitori di infausta memoria. Quei giudizi a mio avviso sono equilibrati. Ma nessuno è perfetto e ciascuno ha le proprie visioni del mondo». Problemi con un editore che di fatto è Berlusconi? «Vabbè, pazienza, non si può avere tutto nella vita... Nelle case editrici i cervelli sono tanti e non ho mai avuto problemi di libertà di giudizio».

Conferma Aaron Buttarelli, direttore editoriale di Mondadori Education: «Noi garantiamo piena libertà all'autore di esprimere la sua interpretazione anche di epoche recenti, mai nessuna censura. Lo faremmo solo se, per assurdo, ci fosse l'apologia del nazismo. Ospitiamo opere di docenti di diverse sensibilità. E il giudice supremo finale è l'insegnante che decide, in piena libertà, quale testo adottare». Un giudizio sull'iniziativa parlamentare? «Un polverone inutile».

Molto dura la reazione di Augusto Camera, autore con lo scomparso Renato Fabietti di Elementi di storia, Zanichelli. Molte le contestazioni ai passaggi sui gulag sovietici e sulla ricostruzione del Berlusconi post-ribaltone del 1994. Camera: «Tutto questo mi fa pena, è grottesco, gli esponenti del Pdl riescono sempre a stupirmi per la disinvoltura con cui negano la verità». Ma i gulag? «Se parlo di un grande fenomeno come il comunismo, lo prendo sul serio e lo analizzo, cerco di capire cosa sia stato lo stalinismo nelle sue degenerazioni ma anche nei risultati come l'industrializzazione». E Berlusconi? «A rileggere certi passaggi, scopro di aver avuto ragione. Per la sua concezione di sovranità che appartiene al popolo, come recita l'articolo 1 della Costituzione, saltando sempre però "che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Poi già nel 1998 scrivevo che Berlusconi voleva la riforma della Giustizia perché l'avrebbe messo al riparo dai suoi guai giudiziari. Avevo ragione. Perfettamente».