Elogio dell’educazione lenta
Nel campo educativo la lentezza non è un limite,
di Laura Alberico da Education 2.0 14.4.2011 In ambito pedagogico esiste una corrente di pensiero “slow” che sostiene la valenza educativa dell’apprendimento basato su processi naturali in cui i ritmi temporali abbiano i tempi giusti. Il modello istituzionale e didattico attuale si inserisce in un contesto tecnicistico e quantitativo che considera la rapidità e la competizione gli strumenti necessari per arrivare a risultati attesi significativi e culturalmente efficaci. Si pensi ai voti e alle prove Invalsi che rappresentano un sistema di valutazione ministeriale unico calato nelle varie realtà locali, senza tener conto delle diverse condizioni in cui le istituzioni scolastiche si trovano a operare. Nel libro “Elogio de la educación lenta” (edit. Grao, Barcellona, 2009) Joan Domènech Francesc si propone, in controtendenza, la visione di un tempo educativo rispettoso della tranquillità, della lentezza e della pazienza, strumenti necessari per uno sviluppo formativo naturale e permanente. Il “tempo globale e diffuso” consente di assecondare e metabolizzare i processi apprenditivi di ogni singolo alunno. Devono essere le stesse attività a definire il tempo occorrente e non il contrario in modo che a ogni alunno sia dato lo spazio necessario per portarle avanti. L’“educazione lenta” tende a ridefinire i tempi e gli spazi non solo scolastici ma sociali, quelli in cui si intessono le relazioni interpersonali minacciate oggi da una eccessiva superficialità e rapidità. Per questo motivo si parla di un processo educativo sostenibile cioè capace di sviluppare una pedagogia “ecologica” fondata sull’impiego razionale delle risorse dell’individuo e della collettività, in contrasto con le leggi dettate dal consumismo e dal mercato. Il decalogo dell’educazione lenta ci mostra in dettaglio come orientare gli obiettivi educativi: • DECIDERE: dove vogliamo andare, perché vogliamo educare, cosa chiediamo e condividerlo con gli alunni e le famiglie. • COINVOLGERE: l’intesa fra insegnanti, alunni e famiglie è la condizione chiave per il successo di un processo educativo. • STABILIRE LE PRIORITÀ: analizzare quali sono gli aspetti importanti e urgenti. • SAPER PERDERE IL TEMPO: con attività non organizzate e non preordinate. • DARE IL TEMPO SUFFICIENTE: perché l’alunno possa essere creativo. • COLTIVARE LA PAZIENZA E LA PERSEVERANZA: basarsi sul fatto che gli alunni avvertano l’importanza delle attività che si propongono. • SAPER VIVERE: essere positivi, testimoniare il rispetto e il buon umore. • SFRUTTARE IL MOMENTO: non farsi condizionare dal programma da svolgere e dai risultati da raggiungere. • SEMPLIFICARE: limitare gli obiettivi in modo da approfondire quello che si fa. • CONOSCERE: proporre le innovazioni sulla base della conoscenza approfondita di tutti i settori della comunità scolastica.
Per approfondire: • Cesare Scurati, “Lanci d’attenzione: elettricità e lentezza”, Scuola e didattica 1/12/2010 • Joan Domènech Francesc, “Elogio de la educación lenta”, edit. Grao, Barcellona, 2009 • Gianfranco Zavalloni, “Un movimento, una rete per una ‘slow school’”, su Education 2.0 |