Il Miur, il contributo dei genitori
e il bilancio delle scuole

da TuttoscuolaNews, n. 487 26.4.2011

Non è facile per i non addetti ai lavori capire chi ha ragione nella guerra di cifre che si è scatenata fra il Ministero dell’istruzione e le associazioni di presidi a proposito dei finanziamenti alle scuole. Negli ultimi anni il Ministero ha attuato una politica finalizzata a ridurre la liquidità delle scuole, ritardando anche di anni i finanziamenti annunciati, dando disposizione di accantonare i residui attivi esistenti e vietando di crearne di nuovi.

Le scuole hanno capito che per ottenere le erogazioni ministeriali era necessario inviare regolarmente le rilevazioni sul bilancio e tenere basso il saldo di cassa, anche se questo significava spendere fondi di altra provenienza (enti locali, sponsor, famiglie, Unione Europea).

Nella generalità delle istituzioni scolastiche c’è stata comunque una contrazione delle spese statali, una diminuzione della disponibilità di fondi e un maggior ricorso a finanziamenti di altra natura, primo fra tutti quello delle famiglie. E quando il Ministero riferisce che “al termine dell'anno scolastico 2009/10 le scuole statali vantavano complessivamente risorse finanziarie per quasi 883 milioni di euro superiori ai debiti non ancora pagati” dimentica di dire quale parte di questa eccedenza riguarda fondi non statali.