IL CASO

Precari in piazza, attacco al governo
"Basta barzellette, ci rubano il futuro"

Domani a Roma e in molte cittą le manifestazioni promosse da "Il nostro Tempo č adesso". Molte adesioni all'appello dei ragazzi del comitato. E una polemica con Berlusconi e le sue freddure davanti a una platea di neolaureati

Carmine Saviano la Repubblica 8.4.2011

Sono impiegati nei call center, studenti, a paghe da fame in qualche (magari bellissimo) laboratorio. Sono il 30% della forza-lavoro giovanile (un record, triste). E hanno un unico comune denominatore: la precarietą. Domani a Roma e in tante cittą italiane faranno sentire la loro voce in tante manifestazioni promosse dal comitato "Il nostro Tempo č adesso". Una mobilitazione per denunciare le condizioni di lavoro, e di vita, di una grande fetta di giovani italiani. Tante adesioni. E un messaggio rivolto al presidente del Consiglio dopo il suo ultimo, imbarazzante, show: "Davvero Berlusconi pensa che i suoi successi personali siano da prendere ad esempio per i giovani italiani? Gli chiediamo di sollevarci dalla sua presenza...". E' davvero raggelante, in effetti, guardare in successione le storie sul lavoro che i ragazzi raccontano - anche sul nostro sito - e le battute dispensate dal presidente del Consiglio a una platea di neolaureati. Che nemmeno ridevano.

A Silvio. Il messaggio dei precari al premier č duro, diretto. Prima i dati: "Il 30% di disoccupazione giovanile, due milioni di giovani che non studiano non lavorano e non si formano, l'esercito di lavoratori precari rimasti senza lavoro e senza reddito con la crisi economica". Poi la richiesta: "Adesso siamo noi a chiedere un sacrificio al Presidente del Consiglio. Gli chiediamo di farsi da parte per aver trascinato la nostra generazione e questo Paese in un baratro di povertą, depressione e disoccupazione". E ancora: "Gli chiediamo di farsi da parte per raggiunti limiti d'etą e per furto aggravato di presente, di futuro e di dignitą a questo paese".

L'apprezzamento per Bagnasco. Messaggio di tutt'altro tenore per il presidente della Conferenza Episcopale Italiana. "Era ora che anche la Conferenza Episcopale Italiana, dopo le recenti dichiarazioni del Papa, si esprimesse in modo inequivocabile sull'emergenza sociale dovuta alla precarietą lavorativa per milioni di giovani". Poi ancora, il resoconto dettagliato delle cifre che raccontano, meglio di tutto, la condizione precaria: "Ormai almeno due generazioni di lavoratori sono in grande maggioranza segnati da contratti a termine, senza diritti e con retribuzioni da fame". Si tratta di "quasi un milione e mezzo di lavoratori para-subordinati, senza congedi parentali e malattia e privi di qualsiasi strumento di sostegno al reddito quando il lavoro scade, oltre due milioni i lavoratori a tempo determinato che vivono con l'ansia della scadenza".

Le manifestazioni. Domani a Roma la manifestazione principale. Una street parade con partenza alle ore 15.00 da piazza della Repubblica ed arrivo al Colosseo, dove sarą allestito un palco dal quale parleranno i promotori, lavoratori precari, studenti e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo e fra questi molti degli attori del cast del film Boris. E durante il percorso verranno effettuate azioni dimostrative simboliche, piazze tematiche, attraverso le quali saranno veicolati i temi centrali della mobilitazione. Altri appuntamenti a Napoli, Torino, Milano e Palermo. E non manca l'appoggio dei cervelli in fuga, con flash mob e sit-in a Washington e Bruxelles.