Cambio di provincia
per i docenti precari

 Il Sole 24 Ore, 22.4.2011

Punteggi aggiornati e possibilità di trasferimento in un'altra provincia con inserimento a «pettine». Sono le due soluzioni proposte dal ministero dell'Istruzione per risolvere l'impasse che si è venuta a creare dopo che la sentenza della Consulta 41/2011 ha bocciato il decreto "salva-precari" del 2009.

La ricetta di viale Trastevere è affidata al decreto ministeriale in 14 articoli che è stato illustrato ieri alle organizzazioni sindacali. Fondamentali sono i primi due articoli. Uno elimina le graduatorie di «coda» che consentivano agli insegnanti di iscriversi in altre tre province, ma solo dopo tutti gli appartenenti originari alla graduatoria di quel territorio. Tocca poi all'articolo 2 stabilire il diritto a restare nella provincia di appartenenza, aggiornando il punteggio in base ai titoli conseguiti dopo l'11 maggio 2009, oppure trasferirsi in un'altra a scelta dove accederanno a «pettine». Dal momento in cui il Dm sarà pubblicato in Gazzetta gli interessati avranno 30 giorni per presentare domanda (a mano o tramite raccomandata) all'ufficio regionale di appartenenza o di destinazione.

Su tutti gli altri nodi – dalle assunzioni annunciate dal ministro Mariastella Gelmini alla norma "salva-ricorsi" per evitare sentenze come quelle del tribunale di Genova che hanno stabilito un maxi-risarcimento per i docenti che dopo tre supplenze annuali non sono stati assunti a tempo indeterminato – il Miur non è andato aldilà di semplici annunci che verranno formalizzati nel Dl sviluppo di maggio. In quella sede dovrebbe essere formalizzato l'allungamento da tre a cinque anni del periodo di permanenza nel luogo di immissione in ruolo e la cadenza triennale per l'aggiornamento delle graduatorie mentre sull'intenzione di riempire 30mila posti vacanti da insegnante e 35mila da Ata l'ultima parola spetterà all'Economia.

Critiche sulle ricette di viale Trastevere sono giunte sia da destra che da sinistra: per la Lega la riapertura delle graduatorie crea solo una lotta «del Sud contro il Sud»; per il Pd «lascia irrisolta la guerra tra precari». Diversi anche i toni registrati tra i sindacati: «non risolve» e ripropone «ulteriori ragioni di contenzioso», ha detto Giuseppe Scrima (Cisl); «a questo punto non si saprà più chi va dove, si cancella tutto e si riparte daccapo», gli ha fatto eco Massimo di Menna (Uil); di «soluzione inutile» ha parlato anche Mimmo Pantaleo (Flc Cgil) perché «senza un piano straordinario di immissioni in ruolo, che copra tutti i posti vacanti, si rischia solo di affrontare burocraticamente la gestione delle graduatorie».