No, alla “BerluSchool″! di Pippo Frisone ScuolaOggi, 19.4.2011 Che non tutti i politici conoscano la Costituzione è notorio ed è stato anche dimostrato. Che Berlusconi non conosca la scuola italiana è sotto gli occhi di tutti e non c’è neanche bisogno di dimostrarlo. Ma ormai siamo in piena campagna elettorale e il Nostro è qui che dà il meglio di sè anche se la tecnica e gli argomenti usati sono sempre gli stessi. Il pericolo comunista, le toghe rosse, il golpe giudiziario, la stampa ostile e buon per ultima, la scuola statale, inculcatrice di valori contrari alla famiglia. E lo fa , alzando sempre di più il livello dello scontro.
Ora che anche la scuola sia diventata di colpo tutta comunista,
credo che neanche il Nostro lo creda. La categoria tra l’altro non è mai stata molto sindacalizzata e la CGIL, tanto per citare il sindacato confederale maggiormente collocato all’opposizione di questo governo, ha una rappresentatività tra i docenti del 27,03% (dati Aran biennio 2008-09 ). L’ultimo sciopero unitario di tutti i sindacati uniti,quello del 2008 contro la finanziaria lacrime e sangue, arrivò a stento attorno al 60% La scuola pubblica, tuttavia, nonostante gli insulti di Berlusconi, piace ancora (molto-moltissimo) al 60% degli italiani ( fonte Demos & Pi ). Non piacciono agli italiani, invece, le riforme della Gelmini, bocciata sul maestro unico, sui tagli al tempo pieno e agli organici. La scuola primaria, in particolare, gode , nonostante tutto, del gradimento del 70% degli italiani. Nessun pregiudizio politico né ideologico prevale negli italiani nei confronti della scuola, vista anche come un efficace canale di integrazione, di confronto e di partecipazione democratica. Ma l’attacco sferrato da Berlusconi alla scuola statale e la difesa interessata di quella privata quanto maldestra della famiglia, hanno di mira soprattutto un bersaglio grosso: l’elettorato cattolico e la Chiesa, visti i primi smottamenti e scricchiolii su quel fronte. Riconquistare l’elettorato indeciso di centro, sottrarlo a quelli del terzo polo, all’odiato Fini e Casini. L’avviso ai naviganti è di vincere le amministrative e soprattutto vincere a Milano, per continuare a tenere in vita il governo agonico a Roma. E’ l’ultima sfida all’OK Corral , l’ennesimo referendum su di sé voluto dal premier che non risparmia colpi bassi, spandendo a piene mani e dosi da cavallo demagogia e populismo.
Dopo aver messo in ginocchio, insultata e vilipesa la scuola
statale, dopo le proteste in piazza di studenti e insegnanti, gli
attacchi ora si son fatti più mirati, più insistenti quanto
grossolani e sconclusionati. La scuola che non si sottomette che rivendica la propria autonomia, al pari dell’Università e della Magistratura, è diventata anch’essa di sinistra, peggio ancora comunista e in quanto tale una nemica da abbattere! E’ questo lo schema preferito in ogni campagna elettorale dal premier. O con me o contro di me, crearsi nuovi nemici, inventandoli se necessario, come nel caso della scuola perché così lo vogliono i sondaggi ,del resto molti nemici molto onore! Ma la scuola italiana non merita di essere trasformata in un’arena di lotta politica.
Basta con le guerre ideologiche e i bombardamenti della politica sulla scuola. Preserviamo l’unica istituzione che tiene ancora unito questo Paese a 150 dalla sua faticosa Unità. Si rispettino di più gli insegnanti e con loro quanti, seppur malpagati, lavorano ancora con passione e sacrificio in questa casa comune di tutti gli italiani, consapevoli che nelle loro mani c’è il futuro e il destino dei nostri figli. |