Superiori, scoppia il caso esuberi Con 8 mila prof di ruolo in eccesso, non c'è posto per assumere di Alessandra Ricciardi ItaliaOggi, 2.8.2011 I numeri sulla carta sono impietosi. A fronte di circa 8 mila posti disponibili, alle superiori si contano altrettanti docenti di ruolo in esubero. Secondo alcune fonti sindacali, i prof «in eccedenza» rispetto alle esigenze della classe di concorso di appartenenza oscillano infatti tra i 7.500 e oltre 8.000. Se i dati saranno confermati, alle prossime immissioni in ruolo, quelle autorizzate dalla manovra correttiva dei conti pubblici, e su cui c'è stato uno specifico accordo tra sindacati e Aran, i precari delle secondarie dovrebbero saltare un giro. Un'ipotesi che è suffragata dalla necessità di dover far quadrare i conti per non sforare i tetti di spesa, esigenza sulla quale i controlli del ministero dell'economia sono sempre molto rigidi. Tanto che per i prof in esubero sono previsti apposti piani di riconversione professionale utili a trasferirli su classi di concorso affini e con carenze in organico. L'Istruzione ha avviato in questi giorni il confronto con il ministero dell'economia proprio per definire il decreto di ripartizione del contingente da immettere in ruolo (all'incirca, 30 mila docenti e 37 mila Ata) per singole classi di concorso e ordini di scuola. I tempi per decidere sono stretti. In settimana, secondo quanto trapela da viale Trastevere, dovrebbe arrivare l'ok della Corte dei conti all'accordo Aran-sindacati sulla rimodulazione degli scatti e le immissioni in ruolo. Una volta acquisto il parere favorevole della magistratura di controllo, l'accordo tornerà all'agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego per la firma definitiva. Da quel momento in poi, il decreto può essere emanato. Anzi, deve: entro fine agosto le operazioni di immissione in ruolo devono essere chiuse. Lungo questo cammino, il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, deve risolvere due grane: l'eccesso di esuberi alle superiori; le graduatorie da cui attingere per le assunzioni. È impensabile, dicono da viale Trastevere, che nel piano di immissioni 2011-2012 non vi siano nuovi assunti per le secondarie. Anche perché gli esuberi per tipologia di classi di concorso non corrispondono alle discipline dove c'è carenza di titolari. Ecco allora che si sta facendo largo l'ipotesi che il numero degli esuberi possa essere spalmato tra superiori e medie, che sono più simili per articolazione delle discipline, in modo da attenuare il danno. Il problema degli esuberi, secondo stime sindacali abbastanza concordanti, non si pone per niente nella scuola dell'infanzia, dove ci sono circa 6.000 posti vacanti e pronti per le assunzioni. Alla primaria, ci sono circa 5.700 vacanze, e quasi 2.500 esuberi. La situazione migliore è alle medie: circa 15 mila posti vacanti, quasi nessun esubero. E poi c'è il fronte delle graduatorie. Il dicastero di viale Trastevere non ha ancora deciso se utilizzare, per le immissioni in ruolo, le graduatorie aggiornate oppure quelle dello scorso anno. Con le nuove graduatorie, ci sono 30 mila docenti che hanno spostato il loro punteggio in altre province (le più ricche in quanto a disponibilità di vuoti in organico), e che mirano a strappare, in virtù di punteggi più alti, l'agognato posto fisso a chi prima era in testa alla lista. Con l'utilizzo delle graduatorie dello scorso anno, i nuovi arrivati certamente faranno ricorso non potendo far valere un diritto, quello dell'aggiornamento, che pure la legge gli riconosce. I primi in lista delle vecchie gradutorie, invece, possono contestare che il prossimo settembre si va ad assumere su posti che erano vacanti già lo scorso anno. Per cui è a quell'anno che va fatto riferimento anche per le liste da cui assumere. Comunque la si metta, il contenzioso è dietro l'angolo. E la Gelmini cosa pensa di fare? Su una cosa tutti concordano, il ministro vuole evitare che l'operazione delle 67 mila assunzioni vada gambe all'aria, minata dalle pastoie giudiziarie dei vari ricorrenti. Ad di là delle opinioni di merito, questa è la priorità. |