Rivogliamo le graduatorie aggiuntive di Antonello Venditti, 19.8.2011 E' l'urlo che arriverà a metà settembre da parte dei docenti che avevano lavorato l'anno scorso fuori della propria provincia di residenza, grazie ad una delle tre graduatorie aggiuntive di coda. Ora che le graduatorie di coda non ci sono più, chi ha scelto di rimanere nella propria provincia perchè vincolato da impegni familiari e a breve, con le nomine a tempo determinato, non si troverà in posizione utile per conseguire una supplenza, neanche su uno spezzone (purtroppo saranno tanti), capiràsulla propria pelle che le graduatorie, anche se di coda, rappresentavano una grossa opportunità di lavoro, o meglio, considerando le spese, di acquisizione del relativo punteggio. E' proprio il caso di dire: "Stavamo meglio quando stavamo peggio!" E' appena il caso di ricordare che, quando furono concepite le graduatorie di coda, c'era anche un'idea alternativa: un'unica graduatoria nazionale, da cui ogni Ufficio Scolastico avrebbe potuto attingere per il ruolo o per le supplenze al momento dell'esaurimento delle proprie graduatorie provinciali. Il numero di ricorsi presentati contro le graduatorie di coda per trasformarle a pettine ha fatto fare retromarcia al Ministero. Così sono sparite le graduatorie di coda, l'idea di un'unica graduatoria nazionale è finita nel dimenticatorio e, purtroppo, saranno tantissimi i precari che, come detto sopra, risulteranno esclusi dalle supplenze per tutto il prossimo triennio.
Quel che è peggio è che non si capisce a chi dare la colpa.
Ne paghiamo oggi le conseguenze (ricorrenti con commissariamento,
senza commissariamento, futuri ricorrenti, assurde assunzioni
retrodatate dalle vecchie graduatorie orami non più vigenti) e le
continueremo a pagare anche per i prossimi anni a venire, fin quando
si potrà mettere la parola fine alla questione (ricordiamo una certa
affinità con il super-punteggio di montagna).
Prof. Antonello Venditti, Campobasso |