Il caso I conservatori, tra boicottaggi e referendum, contro la norma che impone riferimenti obbligatori alle minoranze sessuali

Quote pro-gay nei testi di scuola,
polemiche in California

Mastrantonio Luca Il Corriere della Sera, 3.8.2011

Nelle scuole della California sarà obbligatorio insegnare il ruolo che omosessuali, lesbiche, bisessuali e trans hanno avuto nella storia californiana e nordamericana. La legge 48, proposta dal senatore gay Mark Leno e approvata in Parlamento, è stata firmata il 14 luglio scorso dal governatore democratico Jerry Brown, attento alle richieste dell' influente comunità gay. Ricorda, per impianto, una proposta approvata nel 2006 - dalla legislatura repubblicana -, su cui l'allora governatore Arnold Schwarzenegger però mise il veto. Il «Fair education act» («Fair, Accurate, Inclusive and respectful») può sembrare istituisca una sorta di «storiografia gaia», ma di fatto aggiorna la lista californiana di gruppi etnici e/o di genere di cui è già obbligatorio parlare nelle lezioni di storia: donne, afro-americani... La legge, infatti, rende obbligatori nei libri di testo riferimenti non solo a «lesbiche, gay e transgender americani», ma anche agli «abitanti delle isole del Pacifico» e alle «persone con disabilità». Un meccanismo di «discriminazione positiva» (dare spazio a categorie svantaggiate) noto, in politica e nell' amministrazione pubblica o privata, come pratica delle «quote». Il fine, per il senatore Leno, è duplice: insegnare una storia «onesta» e ridurre il «bullismo». Contro le «quote storiografiche» pro-gay sono insorti i gruppi conservatori. Parlano di «lavaggio del cervello» e sostengono che la legge comporta nuove spese per adeguare i testi ai nuovi curricula scolastici. Anche se fino al 2015 - ha reso noto il Dipartimento di educazione californiano - si potranno usare dispense, in attesa delle nuove edizioni riviste e corrette.

Ma i conservatori non si sono limitati alle parole. Il gruppo SaveCalifornia ha lanciato su internet RescueYourChild, campagna che invita i genitori ad abbandonare le scuole pubbliche «prima che sia troppo tardi», prima che i ragazzi siano «sessualmente indottrinati». Online è partita anche la campagna per un nuovo referendum anti-gay (nel 2008 s' impose il no alle unioni omosessuali). Il motto del sito stopsb48.com è «Ferma la SB48. Costa troppo, va troppo lontano». Per abrogare la Senate Bill n° 48, serve mezzo milione di firme, per metà ottobre. L'esito non influirà solo sulla California, dato il ruolo preminente che ha sul mercato dei libri di testo in tutti gli Stati. Alcuni dei quali, però, incompatibili con il corso gay-friendly . In Tennessee, ad esempio, vige una legge che proibisce di discutere sull' omosessualità fino al corrispettivo del liceo italiano. In Texas, tra i principali acquirenti di libri di testo, i programmi sono stati rivisti, per legge, per valorizzare la componente cristiana e conservatrice.

La storia a scuola è un campo di battaglia politica. Nel celebre romanzo distopico di George Orwell, 1984, la storia «totalitaria» prevedeva, all' occorrenza, persino la modifica dei documenti negli archivi. Al tema ha dedicato un saggio lo storico Aldo Giannuli, uscito per Guanda (2009): L' abuso pubblico della storia.

Al «Corriere», Giannuli riporta altri casi di storiografia «politicamente corretta». Nella Repubblica Ceca «è reato non menzionare i crimini comunisti. In Francia è punito il negazionismo del genocidio armeno. Da noi l'allora governatore Storace voleva le foibe inserite per legge... Per me è inaccettabile che l' autorità politica decida il canone, la verità da imporre. La libertà spetta all' insegnante».

Sul caso californiano, Giannuli ragiona per paradossi. «Perché limitarsi ai gay americani? Perché non parlare di Cesare e da Vinci? Perché non imporre nella storia dell' arte uno spazio per le scultrici... che non ci sono?». Poi, più serio. «Quando aumenteranno gli studenti islamici, verrà stabilito dai politici cosa scrivere sulle Crociate? Ma allora: se non accettiamo che l' uomo non è in grado di scoprire e dire la verità, ma solo suoi frammenti, continuerà questo accanimento sulla storia, soprattutto contemporanea».