Rivoluzione organizzativa/1:
i risparmi e gli obiettivi della manovra
da
Tuttoscuola,
30.8.2011
Pochi se ne sono
accorti, ma la scuola italiana sta per essere investita da una
profonda riorganizzazione, di portata simile a quella che ha
accompagnato l’avvio dell’autonomia scolastica nel 2000, che entro
un anno ne cambierà i connotati dal punto di vista organizzativo e
gestionale.
Infatti la manovra
bis di luglio (Decreto Legge n. 98, convertito nella legge 15 luglio
2011 n. 111, “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione
finanziaria”), ha chiamato ancora una volta la scuola a contribuire
ai risparmi di sistema in modo più incisivo di quanto, forse, sia
stato percepito dall’opinione pubblica e in molti casi anche dai
diretti interessati.
Cosa succederà, in
sintesi? Ecco una breve rassegna predisposta da Tuttoscuola degli
effetti, diretti e indiretti, della manovra:
-
l’accorpamento
in istituti comprensivi e il loro ridimensionamento coinvolgerà
tre quinti delle istituzioni scolastiche (ognuna – che accorpa
più sedi o scuole – con la presidenza e la segreteria
amministrativa, e quindi con il dirigente scolastico e il
direttore dei servizi amministrativi), cioè circa 5.700 delle
attuali 10.500 istituzioni esistenti, quasi tutte del 1° ciclo;
-
i consigli di
istituto delle 5.700 istituzioni scolastiche coinvolte nella
ristrutturazione decadranno: per questo ultimo anno
funzioneranno regolarmente poi si dovrà procedere a nuove
elezioni;
-
tutte le
rappresentanze sindacali di istituto (rsu) dovranno essere
rielette negli istituti ristrutturati; si tratta di circa 14
mila rappresentanti da rieleggere;
-
vi sarà una
contrazione di organico di circa 3.180 posti di dirigente
scolastico (-30%), di circa 1.130 posti Dsga (-11%), di circa
1.100 posti di assistente amministrativo; non vi sarà incidenza
sull’organico dei docenti;
-
la
ristrutturazione delle istituzioni scolastiche comporterà una
notevole discontinuità didattica e amministrativa (revisione dei
Pof, ricomposizione dei collegi docenti, cambio dei revisori dei
conti, nuovi bilanci, gestioni finanziarie di esercizi diversi,
ecc.);
-
le dotazioni
in carico alle istituzioni soppresse o aggregate comporteranno
passaggi di beni alle nuove istituzioni e saranno modificati gli
inventari, per un valore stimabile in 150 milioni di euro;
-
più di 5
milioni di famiglie vedranno modificato il loro riferimento con
la segreteria della scuola e con il dirigente scolastico;
-
accorpamenti
delle istituzioni e soppressione di organico modificheranno
profondamente la funzione dirigenziale non solo relativamente
alla riduzione di posti, ma anche per la modifica della funzione
con nuovi carichi di lavoro, riorganizzazione dei servizi e
diffusa situazione delle reggenze (circa 2mila).
Tutto ciò è la
conseguenza di poche righe contenute in tre commi dell’articolo 19
della legge n. 111, che stabiliscono queste modifiche:
-
tutte le
istituzioni scolastiche del 1° ciclo dovranno essere accorpate
in istituti comprensivi;
-
i nuovi e i
vecchi istituti comprensivi dovranno avere almeno 1000 alunni;
-
le
micro-istituzioni scolastiche con meno di 500 alunni non
potranno avere il dirigente scolastico titolare, ma saranno
affidate in reggenza ad altro dirigente.
Ma perché tutto
questo? Quali gli obiettivi della manovra?
Il decreto legge
98/2011 convertito nella legge n. 111/2011 ha disposto la
ristrutturazione della rete scolastica con il duplice obiettivo di:
-
garantire nel
1° ciclo di istruzione un processo di continuità didattica,
generalizzando il modello di istituti comprensivi;
-
ottenere una
consistente riduzione nella spesa per la rete scolastica,
quantificabile complessivamente in circa 200 milioni di euro
all’anno
-
finanziare per
il triennio 2012/2014, con le risorse conseguenti, il sistema
nazionale di valutazione
Nelle prossime ore
su tuttoscuola.com verranno pubblicate progressivamente notizie sul
tema, e sarà a breve scaricabile gratuitamente il testo integrale
del dossier. Seguiteci.