Meglio un preside eletto per 5 anni Pasquale Almirante AetnaNet 27.8.2011 Fioretto, un nuovo nostro collaboratore che ama anche lui, come Polibio, l’anonimato ci fa sapere che se alcuni colleghi, di sua conoscenza, passassero la prova concorsuale e diventassero presidi, la scuola siciliana rischierebbe di perdere ancora di più in serietà e credibilità; sparizioni già del resto documentate in altri ambiti concorsuali attraverso le parole di un neodirigente che giudica i prof. frustrati e livorosi, ma che non sa, lui che si vanta di avere vinto un concorso, scrivere nemmeno una letterina seppure di protesta. Dice Polibio che chi non sa scrivere non sa neppure leggere e quindi non potrà mai riuscire a interpretare i documenti sia del Miur e sia dei colleghi, a parte le relazioni, i verbali e persino le semplici richieste delle famiglie se sono un tantino più difficili del solito. Ma lasciamo stare. Fioretto riflette su una cosa molto importante: che ne sarà della scuola amministrata da un prof che già in classe non ha mai fatto nulla, che si è assentato, che non ha tenuto bene il registro, che è stato neghittoso e strafottente? E se, peggio ancora, è schizofrenico, autoritario, instabile, vendicativo? Oppure inconcludente, pusillanime, imbroglione, saltafossi?
Per nostro conto non ci interessa l’aspetto esteriore relativamente
all’orecchino o alle sbracature vestiarie, ma puntiamo il dito
contro l’uomo, o la donna, che c’è sotto quei vestiti e che potrebbe
portare una scuola con oltre mille alunni e alcune centinaia di
docenti e Ata alla completa disfatta e soprattutto senza alcuna
possibilità di intervento da parte dei docenti che non siano o le
richieste di ispezioni o la segnalazione all’Usr del malfattore,
tutti marchingegni che però trovano il loro tempo nei tempi della
burocrazia e della tutela del dirigente che potrebbe subire, male
che vada, il semplice trasferimento. Vengono dunque, anche
attraverso interventi come quelli di Fioretto, rafforzate le nostre
proposte di eleggere direttamente il preside da parte del collegio e
del personale che se per sbaglio dovessero nominare un dirigente
come quello più sopra descritto hanno tutta la possibilità e la
forza e l’autorevolezza numerica di metterlo in mora e comunque di
non eleggerlo più la tornata successiva. A parte il fatto che,
all’interno della rosa dei colleghi che si candidano, i professori e
gli Ata sanno benissimo capire chi è più idoneo a reggere la scuola,
ma seppure sbagliassero hanno tutto il tempo per rimediare. Per un
momento riusciamo pure a immaginare i controlli che la naturale
opposizione, che si potrebbe venire a creare, possa implementare per
poi attaccare se è il caso apertamente il preside, evitando così, o
riducendo, perfino gli sprechi o addirittura gli accordi concussivi
coi fornitori. Un’altra realtà amministrativa a nostro avviso che
però viene contestata da molti docenti e capiamo anche da chi: da
chi sa che con ogni probabilità mai potrebbe fare il preside senza
un concorso, l’unico strumento che, evitandogli il giudizio politico
sui suoi comportamenti in classe e col mondo interno alla scuola,
gli possa consegnare una poltrona per evitarsi di fare il maestro,
che non è quello elementare, ma l’antico Magister latino o il
magnifico Magister incontrato a Castalia. |