Una luce in fondo al tunnel.
Editoriale di Rino Di Meglio

Per uscire dal tunnel della lunga crisi, per rilanciare la scuola pubblica statale

  Rino Di Meglio, da Professione Docente settembre 2011 

Il nostro Paese, salvo brevi parentesi, non ha mai avuto una grande considerazione per la Scuola e per la professione docente, tuttavia mai, nella recente storia della nostra repubblica, si era scesi così in basso nella mortificazione dello stesso ruolo docente.

Il trattamento economico degli insegnanti in Italia, lo sappiamo, ha una lunghissima storia di miseria ed una tradizione di fanalino di coda del mondo civile, ma almeno in passato esistevano considerazione e rispetto, tanto da parte dei cittadini che delle Istituzioni.

Purtroppo, però, da diverso tempo, il prestigio dei docenti è andato diminuendo, non solo in seguito a campagne denigratorie ben orchestrate, ma grazie anche ad azioni politiche mirate contro la funzione fondamentale della scuola pubblica di stato. L´ultima delle quali, in ordine di tempo, basata su una distorta, quanto stolta, teorizzazione dell´aziendalismo e del Capo d´Istituto trasformato in privato datore di lavoro, ha trovato negli ultimi mesi il peggior compimento nelle riforme promosse dal Ministro della Funzione Pubblica, in particolare quelle che hanno modificato le procedure concernenti il procedimento disciplinare.

La cosiddetta riforma Brunetta ha cancellato infatti, con un tratto di penna, gli organi collegiali ai quali erano devoluti i procedimenti disciplinari riguardanti i docenti. In sostanza, un docente, che avesse dovuto rispondere di comportamenti sanzionabili, era sottoposto non al giudizio inoppugnabile di uno solo, ma all´esame collettivo di organismi eletti dagli stessi insegnanti. Non si trattava di garantire impunità ai docenti, ma semplicemente di garantire che, attraverso lo strumento disciplinare, non si colpisse la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione e si riconoscesse la specificità professionale della docenza.

Ora la disciplina dei docenti è in mano ai Dirigenti scolastici e, nei casi più gravi, agli impiegati dell´amministrazione scolastica periferica e il docente sanzionato ingiustamente, perdute tutte le tutele degli organi collegiali che giudicavano secondo la regola del dibattimento collettivo, può solo rivolgersi al giudice, sacrificando almeno uno stipendio per pagare il legale.

Ma non è tutto. Esiste ancora una grave mancanza nella nostra legislazione: la presenza di un Organismo di rappresentanza dei Docenti a cui sia demandato di formulare pareri e proposte che riguardino la Scuola e la docenza. Esiste sì, il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione eletto nel lontano 1996 ma scomparirà presto per il pensionamento, e la conseguente decadenza, di tutti i suoi membri. Inoltre il fatto che da allora non siano più state rinnovate le cariche priva il Consiglio della necessaria autorevolezza e legittimazione.

In sedici anni la classe politica è stata incapace di - o non ha scientemente voluto - occuparsi seriamente di una legge che fissasse gli organi di rappresentanza e governo della Scuola!
Nelle Commissioni parlamentari dormono i vari disegni di legge, benché spesso si assomiglino per molti aspetti, nonostante l´opposta provenienza politica.

La Gilda ha predisposto due proposte di legge. Una riguarda l´area di contrattazione specifica per i docenti, storico obiettivo della nostra Associazione e l´altra relativa al Consiglio superiore della docenza. Quest´ultima, alle precedenti funzioni previste dalla vecchia legge, ne aggiunge due: funzione di appello, in materia disciplinare, in modo da diminuire il contenzioso giudiziario e l´altra, necessaria, quella di fornire al Ministro pareri vincolanti in merito alla carriera e valutazione dei docenti. Naturalmente ora è necessaria una forte azione degli insegnanti che chieda ed ottenga dal Parlamento l´approvazione di queste leggi. Nello specifico, una legge che ricostituisca e faccia eleggere il Consiglio Superiore della Docenza, quale indispensabile organo di rappresentanza e garanzia della professione, partendo da questo organismo per procedere poi alle altre riforme necessarie.

La nostra proposta ha già trovato un´eco positiva presso diversi parlamentari, appartenenti a diversi schieramenti; infatti è stata inserita in numerosi disegni di legge. Il compito e l´impegno della Gilda nei prossimi mesi saranno concentrati e focalizzati su questo obiettivo. Chiederemo l´estrapolazione del Consiglio superiore della Docenza dai diversi Disegni di Legge e daremo avvio ad una sottoscrizione comune, rivolta a tutti i colleghi, affinché nuove leggi possano essere approvate rapidamente ed i docenti possano intravedere una speranza di riacquistare la dignità perduta.



(da Professione docente, settembre 2011)