L’autonomia scolastica:
quello che sarebbe dovuto essere e non è stato.

di Lucio Ficara, 30.8.2011

L’autonomia scolastica avrebbe dovuto migliorare e razionalizzare la partecipazione democratica delle varie componenti di una scuola , la gestione delle risorse economiche assegnate all’istituto scolastico e avrebbe dovuto migliorare e valorizzare anche la qualità della docenza. Avendo ormai maturato un’anzianità di servizio quasi ventennale, ed avendo vissuto totalmente il passaggio dal sistema scolastico centralizzato a quello autonomo, posso affermare, senza alcuna esitazione, che l’autonomia scolastica ha fallito il mandato per cui è stata nobilmente proposta.

Aver generato la figura di un Dirigente Scolastico manager che si assume tutte le responsabilità in termini finanziari, gestionali, amministrativi non ha risolto l’atavico problema della ricerca del giusto equilibrio tra la gestione democratica e partecipativa e la gestione autoritaria e prevaricatrice. Si è dato un eccesso di potere anche di carattere sanzionatorio ai Dirigenti Scolastici e allo stesso tempo si è esautorato il collegio da molti compiti che prima gli erano assegnati. Si è fatto del Dirigente un piccolo “ducetto” che si sceglie i suoi collaboratori senza dover giustificare la sua scelta, mentre prima questi erano eletti democraticamente dal collegio.

La legge 150/2009 stabilisce, tra le altre cose, le sanzioni disciplinari che un Dirigente può prendere direttamente nei confronti di un docente. Arma micidiale se messa nelle mani di persone instabili mentalmente o dal carattere semplicemente vendicativo e ossessivo. Il Dirigente Scolastico decide, senza doverne dare spiegazione, l’assegnazione dei docenti alle classi. Per cui se un genitore adirato per esempio con il docente di italiano e latino, facesse pressione sul Dirigente per fare spostare detto insegnante dalla classe frequentata dal figlio, il Dirigente, ipso fatto, può assegnare al docente un’altra classe e togliergli l’insegnamento nella classe dell’anno precedente e il docente non può obiettare.

Per agevolare i compiti despotici del Dirigente Scolastico, il governo è intervenuto per via legislativa, annullando di fatto molte parti contrattuali e rendendo la scuola dell’autonomia sempre meno democratica e sempre più autoritaria. L’ indebolire l’azione di controllo delle RSU, democraticamente elette da tutto il personale della scuola, e rafforzare in maniera abnorme i poteri dirigenziali ha generato un forte malcontento e un’aspra conflittualità nelle scuole.

Gli auspici che l’autonomia scolastica si era posta nella legge 59/97 sono purtroppo oggettivamente e miseramente falliti. Bisognerebbe andare nella direzione opposta, riportando dentro le scuole la partecipazione democratica, individuando nella figura dirigenziale il docente più rappresentativo culturalmente e didatticamente. Invece i Dirigenti di oggi, sono in molti casi, i pessimi docenti di ieri, che di didattica non hanno mai capito nulla, ma sono solo bravi a bearsi del loro ruolo e del loro potere.

Quale fiducia può avere in loro un collegio dei docenti?

Come è possibile condividere convintamente la loro strategia di scuola?

Questa di oggi non è più autonomia ma impura ed insana autocrazia.


Lucio Ficara
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