IL CASO

Precari, 30 mila immissioni in ruolo
Solo un terzo dalle vecchie graduatorie

Per la prima volta le assunzioni nella scuola verranno effettuate da due diverse graduatorie. Una procedura che accontenta la Lega penalizzando i supplenti provenienti dal sud. E che rischia di innescare un altro contenzioso

Salvo Intravaia la Repubblica 5.8.2011

Dopo settimane di ipotesi e polemiche, il ministero dell'Istruzione ha finalmente sciolto il nodo sulle immissioni in ruolo nella scuola per l'anno scolastico 2011/2012. Durante l'incontro con i sindacati svoltosi ieri mattina, i tecnici del ministero hanno scoperto le carte e fornito i primi numeri: per i docenti saranno in tutto 30.308 le cattedre da assegnare ai precari, un terzo delle quali dalle vecchie graduatorie. È la prima volta che in Italia le assunzioni nella scuola vengono effettuate da due diverse graduatorie. Una decisione che intende dare risposta "salomonica" alla guerra tra poveri aperta dall'ultimo rinnovo delle liste ad esaurimento. Ma i conti "fatti a tavolino" dai tecnici ministeriali non mancheranno di innescare altre polemiche, soprattutto politiche, e un enorme contenzioso.

"Hanno fatto i conti a tavolino per discriminare i supplenti meridionali. È indegno per un paese civile che il governo continui a discriminare in modo così evidente una parte del Paese", tuona il deputato siciliano del Partito democratico, Tonino Russo che configura "malafede nel predisporre i numeri delle assunzioni". "Dovranno spiegare - continua Russo - i criteri alla base di questa ripartizione", "Sarà meglio che rivedano tutti i conteggi - ammonisce Russo - perché partiranno migliaia di richieste di sospensiva immediata al Tar sulle assunzioni che a questo punto rischiano di non potersi fare".

Da questa ripartizione - 10 mila assunzioni dalle graduatorie dell'anno scorso e le restanti 20.308 dalle nuove graduatorie - la Lega ha in effetti ottiene quello che voleva. "È un buon successo - conferma il senatore leghista Mario Pittoni - in quanto 'salviamo' migliaia di docenti del Centro-Nord scavalcati dai colleghi del Sud in possesso dei famosi superpunteggi dopo la riapertura delle graduatorie. Anche se non ci stancheremo di ripetere - continua Pittoni - che il provvedimento più di buon senso era il congelamento delle graduatorie in attesa della riforma del reclutamento, come previsto dall'emendamento da noi fatto approvare al Senato con il decreto milleproroghe, ma stoppato dal Quirinale". Una frecciata, neppure troppo celata, rivolta al Colle.

Ma come avviene spesso, se si accontenta una parte se ne scontenta un'altra. I precari del Nord lamentano il cambio delle regole a partita iniziata: di essere cioè scavalcati, dopo avere fatto "mille sacrifici e delle scelte", dai colleghi meridionali. Quelli del Sud avanzano il diritto, peraltro sancito dalla recente sentenza della Corte costituzionale, di potere spostarsi liberamente per lavorare su tutto il territorio nazionale.

La storia inizia quattro anni fa. Nel 2007, l'allora ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni trasformò le graduatorie permanenti in liste ad esaurimento, congelando per il futuro i trasferimenti di provincia. Lo scopo, anche grazie ad un superpiano di 150 mila assunzioni in tre anni, era quello di eliminare il precariato ed evitare fastidiosi scavalcamenti tra precari in lista da anni. Nel 2007, di fronte allo spauracchio di rimanere bloccati al Nord, furono decine di migliaia i precari meridionali che ritornarono nelle terre natie, le liste delle regioni settentrionali si spopolarono e quelle meridionali si gonfiarono a dismisura. L'anno successivo, il ministro Gelmini stoppò le assunzioni, bloccò i trasferimenti di provincia e inventò le graduatorie di coda: altre tre liste provinciali in cui i precari potevano inserirsi, ma soltanto in coda.

A questo punto alcune associazioni e sigle sindacali si rivolsero ai giudici, i quali passarono la palla alla Consulta che a febbraio di quest'anno si pronunciò contro le "code" e a favore della libera circolazione dei lavoratori italiani su tutto il territorio nazionale. Un pronunciamento che costrinse il governo a riaprire le graduatorie agli spostamenti, con l'inevitabile trasferimento al Nord di oltre 30 mila precari meridionali rimasti a secco in questi anni per i tagli agli organici che hanno penalizzato soprattutto le loro regioni.

Secondo i resoconti top secret dei sindacati dopo l'incontro di ieri saranno 6.280 le immissioni in ruolo per le insegnanti di scuola dell'infanzia, di cui quasi un quarto dalle vecchie liste: 1.681 dalle graduatorie 2009/2011 e 4.599 dalle graduatorie per il 2011/2014. Un percentuale di reclutamenti dalle vecchie liste che schizza al 44 per cento alla primaria - 3.825 immissioni in ruolo, di cui 1.680 dalle vecchie graduatorie - e addirittura al 47 per cento per il sostegno - 3.243 assunzioni dalle vecchie graduatorie su 6.887 - dove gli scavalcamenti dei precari meridionali ai danni dei colleghi settentrionali raggiungono il massimo. Per la media - 1.680 assunzioni dalle vecchie liste su 7.277 - si ritorna al 23 per cento per risalire al 28 per cento al superiore: 1.680 su 5.931. Dati che al momento sono top secret ma che sembrano "calibrati a tavolino" come dichiara Russo proprio per neutralizzare l'offensiva degli insegnanti del Sud, ma che potrebbe nelle prossime ore vedere ricostituire il fronte bipartisan dei 61 deputati meridionali che alcuni mesi fa intimato alla Gelmini di investire della questione il Parlamento.