Se sono nati in Italia da genitori
stranieri gli alunni sono italiani?

Polemica a Roma per una frase "infelice" dell'assessore
comunale sugli stranieri di seconda generazione

da Tuttoscuola 17.9.2010

Frase infelice o lapsus freudiano?

L'assessore alle scuole del comune di Roma, intervenendo all'inaugurazione del nuovo anno scolastico in quella scuola della capitale (la Pisacane) diventata il riferimento obbligato della massiccia presenza di alunni con cittadinanza non italiana (quest'anno si è formata una prima classe senza alunni italiani), ha salutato insegnanti e scolaresche con un "Anche se questi bambini sono nati in Italia, è sbagliato considerarli non stranieri. Non è solo un fatto anagrafico, ma culturale" che ha scatenato un putiferio.

Il Pd è arrivato a chiedere le dimissioni dell'assessore Marsilio, mentre il sindaco Alemanno ha buttato acqua sul fuoco, rintuzzando le polemiche con un "si è espressa male".

Laura Marsilio nella tarda serata ha precisato "Ho usato il termine stranieri senza accezione negativa".

L'episodio potrebbe riaprire il dibattito sugli inserimenti di alunni stranieri e sul tetto del 30% per il quale lo stesso ministro, a parole, aveva ritenuto di escludere, appunto, i nati in Italia.

Come è noto, la legge non prevede, attualmente, che il fatto di essere nato in Italia comporti l'automatica acquisizione della cittadinanza italiana.