Rapporto OCSE sull'educazione: di Fabrizio Dacrema, da ScuolaOggi 8.9.2010 Il Rapporto Ocse 2010 sull’educazione boccia l’Italia e conferma che nel nostro paese si spende poco e male per l’istruzione. I dati forniti dall’Ocse sono ancora più preoccupanti perché riferiti al 2008, anno in cui i tagli Tremonti-Gelmini erano stati attuati solo in piccola parte. Lo stato del sistema formativo italiano delineato dal Rapporto evidenzia la necessità di cambiamenti radicalmente alternativi rispetto ai provvedimenti adottati dal governo. A partire dagli investimenti nella conoscenza - nel 2008 l’Italia spendeva il 4,5% del Pil contro una media Ocse del 5,7% – che dovrebbero crescere per recuperare il gap che ci divide dai paesi sviluppati e invece subiscono un vero e proprio taglio epocale. La riduzione di quasi dieci miliardi di euro della spesa pubblica per scuola e università in un paese già penultimo nella graduatoria dei paesi industrializzati, quanto a percentuale della spesa rapportata al Pil, e ultimo, se rapportata alla spesa pubblica totale, non può che sortire l’effetto di mandare alla deriva il sistema formativo pubblico. È quanto sperimentano sulla loro pelle gli studenti che si troveranno in classi sempre più sovraffollate (in controtendenza con quanto avviene negli altri paesi), con insegnanti malpagati e senza prospettive di carriera (anche su questo punto il rapporto colloca l’Italia agli ultimi posti) e con edifici scolastici e attrezzature didattiche spesso inadeguate.
Anche la spesa media
annua per studente - dove nei precedenti rapporti l’Italia risultava
sopra le media Ocse a causa di specificità quali ad es.
l’inserimento nelle classi normali degli alunni diversamente abili,
il tempo scuola più ampio, l’assetto geo-morfologico, ecc. – già nel
2008 risulta inferiore alla media degli altri paesi sviluppati. Particolarmente preoccupanti poi i dati riferiti all’università in rapporto al mondo del lavoro: al termine degli studi universitari, nella fascia di età fino a 29 anni, trova lavoro solo il 47,3%, contro il 77,15 della Germania, il 69% della Finlandia e della Francia. Eppure il numero dei laureati italiani è molto basso: solo il 14% della popolazione italiana è laureata contro il 28% della media Ocse e anche nella fascia di età 25-34 anni i gli italiani con laurea sono il 20% contro il 27% della media Ocse. |