La Gelmini ''si adegua'':
anch'io condivido l'editoriale di Avvenire

Il quotidiano dei vescovi costretto ieri a specificare che il commento
non era contro il ministro. Si sospettano forti pressioni sul direttore.

di Martina Aureli Il Salvagente, 4.9.2010

"Anch'io convivido l'editoriale di Avvenire": il ministro Gelmini cerca di smorzare l'effetto del commento del quotidiano dei vescovi, dopo le polemiche scaturite dalla sferzata che le era arrivata dopo la pubblicazione dell'editoriale.

Nell'anno scolastico che sta per cominciare “non si guardi ad altri interessi che non siano quelli dei ragazzi, non si sfrutti il loro nome per richieste e pretese, per quanto comprensibili. Non si faccia carriera sulla loro pelle”.

Il che - scriveva Avvenire - vale “per il ministro, e per ogni adulto che ha una funzione nella scuola”.

Il duro monito è contenuto in un editoriale del giornale dei vescovi Avvenire, pubblicato ieri dopo la conferenza stampa del ministro Maria Stella Gelmini ha dei toni decisamente critici verso il ministero dell'Istruzione.

Per tutta la giornata di ieri la stampa italiana riprende il pezzo, contestualizzandolo  - come ha fatto anche Ilsalvagente.it -  come un duro attacco al ministro. 

 

Ieri pomeriggio la "correzione" del quotidiano

Ma nel pomeriggio di ieri è intervenuto direttamente il direttore, Marco Tarquinio, che occupa quel posto da quando è stato "linciato" il suo predecessore Boffo. E Tarquinio sente il bisogno di pubblicare sul sito on line del quotidiano "Un utile appunto" dove si smentisce ogni attacco alla Gelmini.

"Abbiamo scritto ieri con la bella verve e la sapienza letteraria e umana di Davide Rondoni dell'anno scolastico che sta per ricominciare": inizia il direttore, riportando qualche passaggio. Ma "vediamo ora - prosegue - montare una piccola tempesta di interpretazioni, in dura e preconcetta chiave anti-ministro. Un'interpretazione libera, ma che non sta né in cielo né in terra. Perché il nostro pensiero è chiaro, il “comandamento” è chiaro: non strumentalizziamo i ragazzi, non usiamoli per i nostri fini. Appunto".

Una marcia indietro? La certezza non c'è. Ma è difficile non pensare all'ultimo direttore di Avvenire, Dino Boffo, e a com'è finita la sua "contestazione".

 

"Un anno scolastico pieno di ombre"

Eppure nell'editoriale firmato da Davide Rondoni, se è evidente come le critiche non siano rivolte "solo" alla Gelmini, sembra altrettanto chiaro, quando di legge che l'ammonimento è rivolto al "ministro, e a ogni adulto che ha una funzione nella scuola", che ci riferisce anche a lei.

Di seguito vi riportiamo alcuni passaggi, rimandandovi ad Avvenire per la lettura integrale.

“La signora ministro - sostiene l'articolo - ha affrontato con gagliarda e dunque controversa volontà riformatrice sia l'Università che la scuola. Una partita personale e politica su cui sta scommettendo molto”. Sulla quale il giudizio dei vescovi rimane sospeso. Nonostante gli sforzi, infatti, anche per “interessi corporativi” e i “molti problemi lasciati per strada anche quest'anno il panorama dell'avvio” del nuovo anno scolastico appare - a giudizio di Avvenire – “confuso e pieno di ombre”.

 

“Speriamo che prevalga la buona volontà”

“Speriamo - auspica l'articolo - che prevalga in tutte le parti la buona volontà di salvaguardare l'essenziale”, e di evitare, anche e soprattutto “là dove le condizioni non sono buone” che “si esacerbi il tutto, ma si faccia in modo che i bambini e i ragazzi non patiscano maggiore disagio”.

In giro - osserva Avvenire – “ci sono un sacco di furbastri che campano sulla e nella scuola e però dei ragazzi gliene interessa assai meno del giusto”. Mentre “trattare male la scuola - avverte il giornale dei vescovi - è il reato più grave oggi in Italia, oltre che un peccato ignominioso. E chi lo fa meriterebbe di essere portato davanti ad un plotone di esecuzione di ragazzi armati di pistole ad acqua, elastici, schioppi di legno o mitragliette con i suoni elettronici. Un plotone che, a guardare come vanno le cose sarebbe schierato dalla mattina alla sera”.

 

La conferenza stampa di ieri del ministro

"Impossibile assorbire 200 mila precari, frutto di politica del passato": è questo uno dei passaggi chiave della conferenza stampa di ieri del ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini che, da Palazzo Chigi, ha illustrato tutte le novità dell'anno scolastico 2010-2011.

"Se si considerano precari anche coloro che hanno fatto una sola supplenza, sono oltre 200 mila i precari a fronte di 700 mila insegnanti già impiegati stabilmente nella scuola. È necessario che la politica del passato faccia autocritica perché - ha sottolineato - sono stati distribuiti posti non necessari che la scuola non è in grado di assorbire. Nessun governo - ha concluso - può assorbire 200 mila precari". E' un momento di crisi, ha aggiunto il ministro, e l'Italia ha il debito pubblico che ha. "Le risorse non si possono aumentare, ma solo razionalizzare. Non siamo la Finlandia".

Immediata la replica di Panini, della Cgil: "Il ministro ha il dovere di incontrare chi protesta per il posto di lavoro".

Ma già nei giorni scorsi - l'Flc della Cgil aveva ribadito che "non si può, come sta facendo il governo, mostrare disinteresse e disprezzo verso i lavoratori precari della scuola di Palermo che stanno attuando lo sciopero della fame, come forma di protesta estrema, per potere semplicemente rappresentare le proprie ragioni alla ministra Gelmini.

Giacomo Russo e Caterina Altamore sono allo stremo delle proprie forze come evidenziato dal ricovero d'urgenza di Giacomo.

Chiediamo - aveva concluso la nota del sindacato del 31 agosto -  che la Gelmini ascolti quei precari e metta fine alle logiche autoreferenziali e autoritarie con le quali pretende di imporre politiche che stanno demolendo il sistema dell'istruzione, dell'università e della ricerca pubblica".

Appello respinto.

 

La Gelmini difende la sua riforma

"Ogni riforma - ha poi continuato la Gelmini - ha sempre un margine di rischio, un margine di correttivi. Ma quest'anno siamo di fronte di una riforma epocale, che si sforza di creare un collegamento con il mondo del lavoro e con il mondo dell'università. Anche per gli insegnanti ci sono delle opportunità concrete. Poi prosegue: "Certo, qualche difficoltà la mettiamo in campo, ma non a caso abbiamo istituito un ufficio a livello territoriale per verificare l’andamento della riforma. Che non potevamo più rinviare".

 

"Per ora nessun incontro con i precari"

Ai precari da giorni in sciopero della fame che le chiedono un incontro dice: "Sono sempre disponibile al confronto, non alle polemiche". "Ho sempre incontrato i precari in questi anni - chiarisce - non sarebbe certo una novità farlo oggi".
Il ministro parla di disagio reale, per cui esprime la massima solidarietà, ma anche di spettacolarizzazione: "Incontrerò gli insegnanti quando accetteranno il confronto sui dati veri, sulla situazione concreta. Per fare polemica, e alimentare il malumore, non ci sto".
"Capisco le proteste - aggiunge - ma non le condivido. Fuori ci sono precari che manifestano senza neanche sapere se hanno davvero perso il posto di lavoro o no". Per questo , precisa dopo le domande dei giornalisti al termine della conferenza stampa, "per ora nessun incontro".
Il ministro spiega che per ora non ci sono risposte concrete, e che non avrebbe senso un confronto perchè la situazione, al momento, ancora non è chiarita: "Non sappiamo ancora quali di loro saranno riassorbiti o meno, in quanti perderanno davvero il lavoro".
Il ministro ha comunque assicurato che una volta completate le operazioni riprenderà ad incontrare i precari. Ma non in queste giornate perchè, ha spiegato, "non voglio essere coinvolta in contrapposizioni politiche che avrebbero un impatto negativo sull'avvio dell'anno scolastico".

 

Dal tempo pieno ai quiz universitari

Non solo precari, comunque. La Gelmini ha parlato anche dei test d'ingresso all'università, diventati ormai delle quasi-lotterie per le quali sembra servire più fortuna che preparazione.

"Nessun abolizione": ha spiegato,  convinta che "ci debba essere un modo oggettivo per selezionare decine di migliaia di studenti che vogliono accedere alla facoltà di Medicina". Certo, "ci sono margini di miglioramento ma sono limitati. Qualcuno propende per far pesare di più il voto di maturità dei ragazzi ma - ha aggiunto - oggi non c'è una misurazione oggettiva dei ragazzi al termine della scuola superiore".

Poi il tempo pieno. Numeri alla mano: "il tempo pieno è aumentato, per il biennio 2009-2011, del 3,5%. Nel prossimo anno scolastico le classi a tempo pieno, grazie all'eliminazione delle compresenze, passeranno da 36.493 a 37.275".

Inoltre da quest'anno "non si potranno superare i 50 giorni di assenza. Pena la bocciatura". Questo, ha sottolineato il ministro, anche nella prosecuzione della "linea del rigore", intrapresa sinora.