LA POLEMICA

Scuola, la critica di Famiglia Cristiana
"I tagli sacrificano il futuro dei giovani"

Per il settimanale dei Paolini la questione dei precari che quest'anno hanno perso la cattedra "non può essere liquidata sbrigativamente in nome di una riforma scolastica definita epocale"

 la Repubblica 22.9.2010

ROMA - I tagli alla scuola hanno sacrificato sull'altare il futuro dei giovani. A denunciarlo questa volta è un editoriale di Famiglia Cristiana in edicola da oggi. Al posto delle scuole che "cadono a pezzi" il governo ha deciso di pagare "una megacommessa in 131 cacciabombardieri".

Per il settimanale dei Paolini "la questione delle migliaia di precari che quest'anno hanno perso la cattedra non può essere liquidata sbrigativamente in nome di una riforma scolastica definita 'epocale', perché finora di 'epocale' si sono visti solo i tagli: otto miliardi di euro in tre anni".

Va anche bene, secondo Famiglia Cristiana, "razionalizzare e combattere gli sprechi" ma "disfarsi di giovani precari, come vuoti a perdere, perché 'non c'è posto', è un dramma angosciante". Ciò che è più sbagliato, secondo il diffuso settimanale cattolico, è la "prospettiva" del governo che non investe nel futuro dell'istruzione, con danno non solo dei precari ma anche delle nuove generazioni di studenti. "E' vero", osserva l'editoriale, "che c'è una crisi da affrontare ma non con tagli indiscriminati, ignorando la lotta alla corruzione o all'evasione fiscale".

"All'Italia - aggiunge il settimanale - sarebbe anche bastato rinunciare alla megacommessa di 131 cacciabombardieri che ci costerà 14 miliardi di euro. Nel frattempo le aule scolastiche cadono a pezzi". "Abbiamo barattato il futuro dei nostri ragazzi con il passato nostalgico di qualche dottor Stranamore - conclude quindi il settimanale cattolico - Li abbiamo sacrificati sull'altare di tagli fatti al buio".

Oggi sulla scuola interviene anche il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, rispondendo a una lettera che lo interpella sulla vicenda della scuola di Adro, l'istituto del Bresciano rivestito dal sindaco di numerosi simboli leghisti 1. "La scuola di tutti è diventata di parte, snaturata nella sue finalità", scrive il direttore, "mentre non bastano flebili rimostranze e definire 'folclore' un autentico abuso: le istituzioni hanno l'obbligo di intervenire tempestiavmente".

L'intervento delle istituzioni, secondo Sciortino, deve essere rapido "prima che il contagio si allarghi, e altri sindaci diano briglia sciolta a provvedimenti fantasiosi". "Oltre tutto - osserva il direttore di Famiglia Cristiana - l'eccesso di zelo danneggia anche gli stessi promotori. Anche se tardivo, l'intervento del ministro dell'Istruzione 2 impone la rimozione dei simboli. Speriamo che ciò avvenga in tempi rapidi e senza costi per la collettività".

"Non possiamo considerare la scuola con leggerezza e superficialità - aggiunge don Sciortino - perché lì sta il nostro futuro, lì si costruisce la scuola di domani". Inoltre "nella scuola, almeno in linea di principio, tutti sono uguali. E tutti devono avere le stesse possibilità di partenza".