Loro demoliscono la scuola... di Sofia Sabotino* da Articolo 21, 29.9.2010 Questo governo sta letteralmente distruggendo la scuola pubblica italiana, noi studenti non possiamo accettarlo, è per questo che al suono della prima campanella ieri eravamo davanti alle nostre scuole con i caschetti gialli da lavoro, simbolo delle macerie che Gelmini e Tremonti hanno lasciato dopo aver demolito la scuola pubblica e abbiamo dato inizio alla nostra ricostruzione. Siamo partiti con una protesta che non darà respiro al ministro Gelmini e alla sua opera distruttiva, è per questo che in queste settimane porteremo avanti azioni di protesta e l’8 ottobre scenderemo in piazza in tutte le città d’Italia, inaugurando l’autunno caldo degli studenti. Gelmini e Tremonti giustificano la loro opera distruttiva dicendo che in periodo di crisi bisogna tagliare tutto il superfluo, a partire dalle nostre scuole e dalle nostre vite. Non si può considerare la scuola un’azienda in dissesto economico, i saperi un capitolo di bilancio sul quale risparmiare, le nostre vite uno spreco di denaro. E’ per questo che chiediamo l’abolizione dei tagli e abbiamo messo in campo un progetto di “contromanovra studentesca” che indichi da dove prendere i soldi e dove e come investirli nella scuola pubblica, prima di tutto tagliando spese inutili e nocive come le grandi opere, le spese militari e i finanziamenti alle scuole private, e reinvestirli sull’edilizia scolastica, sul diritto allo studio, sulla didattica e le pari opportunità. Questo progetto non da più alibi al ministro e al governo, né di considerarci i soliti studenti che pensano soltanto a protestare, né di considerare le nostre proteste “consuetudine”, né di continuare a tagliare sulla scuola pubblica.
La nostra protesta si unisce a quella dei docenti precari, con cui
eravamo in piazza ieri davanti al Miur, e che sono la dimostrazione
più palese e concreta di come il ministro Gelmini non solo ha
fallito, ma non sia in grado di dare risposte a tutto un mondo della
scuola che non si arrende e che darà battaglia prima di vedere
distrutta la scuola pubblica italiana.
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