Parte la scuola fra polemiche e novità:
Manifestazioni dei
precari. La Rete con i caschetti gialli Il Messaggero, 13.9.2010 ROMA (13 settembre) - Primo giorno di scuola oggi per gli alunni di nove regioni, Calabria, Friuli, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto, Valle d'Aosta e a Bolzano, caratterizzata dalle novità della riforma Gelmini e dalla protesta di parte degli studenti e dei "precari" tagliati che domenica hanno manifestato a Messina. Le organizzazioni degli studenti contestano con forza la riforma e promettono un autunno caldo nella scuola. La Rete afferma in una nota: «Siamo partiti con una protesta che non darà respiro al ministro Gelmini e alla sua opera distruttiva, è per questo che l'8 ottobre scenderemo in piazza in tutte le città d'Italia, inaugurando l'autunno caldo degli studenti. Gelmini e Tremonti giustificano la loro opera distruttiva dicendo che in periodo di crisi bisogna tagliare tutto il superfluo, a partire dalle nostre scuole e dalle nostre vite, ma non si può considerare la scuola un'azienda in dissesto economico, i saperi un capitolo di bilancio sul quale risparmiare, le nostre vite uno spreco di denaro». «No alla distruzione della scuola»: così recita uno degli striscioni appesi questo pomeriggio sulle scale e davanti al ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere, dove dalle 15.30 è stato organizzato un presidio di docenti, precari, genitori e studenti nel quadro della giornata di protesta contro il ministro Gelmini iniziata già questa mattina con volantinaggi davanti alle scuole in occasione dell'apertura dell'anno scolastico. Maschere bianche, caschetti gialli anti-infortuni fanno da cornice al presidio che va avanti con gli interventi al microfono da parte dei manifestanti. «Senza particolari novità oggi - dice la gran parte dei docenti - perché il primo giorno ancora tutto non è andato a regime ma - ha detto un insegnante della scuola media Alighieri - temiamo le prime ripercussioni sul tempo pieno e la presenza di buchi principalmente nel personale Ata e nel personale di segreteria». La contestazione non solo nella Capitale. A Terni un centinaio di precari e docenti di ruolo delle scuole della provincia si sono radunati intorno alla fontana di piazza Tacito per poi farsi cingere simbolicamente da una grande catena; a Torino dal 'flash mob' della Rete degli studenti, che davanti al liceo Alfieri e all'Umberto I hanno indossato caschetti gialli «per proteggerci - hanno detto - dalle macerie che Gelmini e Tremonti hanno causato»«, si è passati alle magliette nere indossate dai professori dello Steiner, mentre in decine di scuole il Coogen - Coordinamento genitori nidi, materne, elementari e medie di Torino - ha accolto le famiglie dei nuovi alunni con cinque minuti di "dolente silenzio"». L'Unione degli studenti annuncia una mobilitazione nazionale per venerdì 8 ottobre. Il coordinatore Tito Russo ha ricordato che oggi è «ripartita la protesta studentesca. A Palermo, Lecce, Bari, Roma, Firenze, Milano, Genova, Trieste e in tante altre città - afferma - gli studenti sono davanti agli istituti scolastici impegnati in volantinaggi e flash mob per sensibilizzare gli studenti e l'opinione pubblica. Vogliamo liberarci da un modello aziendale di concepire la scuola. Il ministro Gelmini ha le ore contate e il suo tramonto verrà sigillato dal dilagare delle nostre proteste». In vista della manifestazione dell'8 ottobre, Russo sottolinea che in tutta Italia si stanno organizzando cortei nelle principali città. Il ministro Gelmini: andiamo avanti. Nessun intoppo nell'avvio delle lezioni. Parola di ministro . «Proprio ieri - ha spiegato il ministro - abbiamo effettuato un controllo con gli uffici scolastici regionali e riteniamo che l'anno scolastico possa essere avviato in maniera regolare. Tutte le immissioni in ruolo sono state fatte così come le supplenze sono state assegnate». Le proteste non sembrano preoccupare il ministro: «Non ricordo un anno scolastico che non sia stato accompagnato da una serie di polemiche e proteste» ha affermato aggiungendo che «la scuola mette al centro gli studenti e non gli interessi corporativi». E a proposito della riforma delle superiori ha rilanciato la palla agli insegnanti: «Il governo ha predisposto questa riforma ma la sfida - ha detto - deve essere raccolta innanzitutto dagli insegnanti perché‚ a loro tocca l'onere di applicarla e di collaborare per rendere la scuola davvero un'istituzione eccellente». Antonio Di Pietro ha chiesto alla Gelmini di aprire subito un tavolo di confronto con i precari. Il ministro, che ha inaugurato l'anno scolastico al Gemelli ha minimizzato: «Non ricordo un anno scolastico che non sia stato accompagnato da una serie di polemiche e proteste. Rispetto tutti coloro che protestano. Credo che questo non sia comunque il primo anno che accade». Sulla questione dei precari, il ministro ha ribadito di aver già risposto, «dopo di che - ha aggiunto - voglio sottolineare che quest'anno la scuola mette al centro gli studenti e non gli interessi corporativi. È fondamentale il diritto dei ragazzi ad avere una scuola di qualità indipendentemente dal loro ceto sociale e dalla regione di appartenenza». |