In pensione senza mai essere assunto
il precario della scuola più vecchio d'Italia

 la Repubblica di Napoli 4.9.2010

Una vicenda kafkiana quella dell'architetto napoletano Ciro Busiello, classe 1941, il precario della scuola più anziano d'Italia. Che si trova nella non invidiabile posizione di andare in pensione a breve senza mai essere mai stato assunto. Una storia grottesca che inizia nel lontano 1977 quando Busiello inizia il suo percorso di docente nella scuola: il battesimo avviene nell'istituto d'arte Palizzi di piazzetta Salazar, nel cuore di Napoli. Da lì tutto un susseguirsi di supplenze anche annuali nelle scuole medie e superiori. Poi nel corso degli anni '80 vengono finalmente banditi i concorsi e l'architetto consegue ben cinque abilitazioni: tre per le scuole superiori e due per le medie. Gli anni passano, il punteggio lievita, Busiello è sempre in cima alle graduatorie delle sue classi di concorso: scuole media: educazione tecnica, educazione artistica. Superiori: disegno tecnico e artistico, disegno tecnico (disegno professionale), disegno e storia dell'arte, disegno e progettazione di architettura, ma il passaggio in ruolo non avviene mai. Ogni anno una scuola diversa, ogni anno una nuove classi di studenti sfilano davanti ai suoi occhi, Ma la sospirata cattedra il Provveditorato non gliel'assegna.

Ma le supplenze proseguono e arriviamo al fatidico 2006, l'anno che secondo il docente dovrebbe finalmente segnare la regolarizzazione e che invece riserva a Busiello un colpo bassissimo. Perché, per effetto di una legge mai abrogata, al compimento dei 65 anni d'età i docenti devono andare in pensione e quindi automaticamente il suo nome viene depennato dalle liste. Scatta il ricorso al Tar del Lazio, che dà ragione all'architetto: la cancellazione è arbitraria, perché la norma si applica solo ai docenti in ruolo: i precari possono proseguire fino ai 70 anni. Dunque il Provveditorato della Campania deve reinserire il professor Busiello in graduatoria nella medesima posizione che occupava prima del depennamento. La questione sembra risolta, ma il provveditore agli studi, Busiello non lo reinserisce nelle liste. Colpa, dicono negli uffici del Ponte della Maddalena, del cervellone elettronico nazionale di Latina, che rigetta automaticamente il nome di Busiello a causa della data di nascita. Un baco del sistema che evidentemente nemmeno una sentenza riesce a sconfiggere.

Così il povero precario all'inizio di ogni anno scolastico, al momento delle assegnazioni delle cattedre, è costretto a presentarsi di persona alla direzione scolastica ed esibire ai dirigenti due documenti: la diffida dell'avvocato e la copia delle ultime graduatorie nelle quali risultava ancora inserito. E poiché il chiarimento della vicenda implica tutta una serie di ritardi, Busiello, nonostante l'altissimo punteggio, è costretto a scegliere gli scarti dei colleghi che lo hanno preceduto. Vale a dire spezzoni di cattedre in scuole diverse, due, a volte anche tre magari distanti tra loro. Insomma oltre al danno anche la beffa di doversi accontentare delle briciole come l'ultimo dei neolaureati. Nell'agosto del 2011 Ciro Busiello compirà 70 anni e la sua carriera di professore terminerà. Con una pensione da precario, intorno ai 700 euro, se tutto va bene. Un epilogo amaro e beffardo per chi ha dedicato oltre 30 anni alla scuola con passione e dedizione. Una storia che il ministro Mariastella Gelmini forse dovrebbe conoscere.