Studenti ignoranti in italiano, è allarme:
presidi danno il via ai corsi supplementari

di Alessandra Migliozzi Il Messaggero, 19.9.2010

ROMA (19 settembre) - Non mettono l’h dove dovrebbero, figurarsi gli accenti. Inciampano sui sinonimi, impallidiscono se devono andare a capo, con gli apostrofi sono un disastro e vivono l’analisi logica e quella grammaticale come un incubo. Gli alunni che approdano nelle prime delle superiori, manifestano carenze spaventose in italiano. Per questo i presidi e i docenti stanno correndo ai ripari, soprattutto nei licei dove si studiano il greco e il latino, perché se un ragazzo non ha idea di come si scriva nella propria lingua non sarà mai in grado di tradurre. La novità di quest’anno sono i corsi di “supporto” pomeridiani dedicati agli studenti che hanno lacune in grammatica, analisi logica e grammaticale. In decine di scuole si stanno svolgendo test di ingresso per capire la condizione di partenza degli alunni.

Il fenomeno si registra anche in realtà di prestigio. Al Berchet, uno dei licei storici di Milano, dove certo non studiano i figli del sub-proletariato, sono in partenza «corsi pomeridiani speciali di ripasso - spiega il preside, Innocente Pessina - perché molti alunni arrivano con enormi lacune. La situazione sta peggiorando ed è un paradosso perché da poco alle medie c’è anche un’ora di approfondimento di italiano. Eppure abbiamo ragazzi che non mettono l’h dove serve, mettono l’apostrofo dove non è necessario. Abbiamo fatto dei test e ora a chi ne ha bisogno chiederemo di frequentare i corsi di ‘riallineamento’ che saranno di otto settimane per chi ha più carenze e di quattro per chi ne ha meno, si faranno di pomeriggio e li pagherà la scuola».

Anche al liceo Orazio di Roma hanno fatto la stessa scelta. «Abbiamo messo sul sito dei test da fare durante l’estate che sono stati cliccatissimi - racconta il preside, Massimo Bonciolini-. Ora stiamo svolgendo in classe quelli ufficiali che abbiamo istituzionalizzato come prova di ingresso. A ottobre faremo i corsi per chi manifesterà carenze eccessive. Il problema è la scuola media che va ripensata, ci sono molte materie e iniziative e forse si perde di vista l’essenziale. E poi ci si affatica in classe e a casa si fa poco lavoro individuale. Ma tanti errori di ortografia sono anche frutto dei linguaggi rapidi e sintetici delle nuove tecnologie».

All’istituto tecnico Galilei di Roma sono in corso i test per rilevare le lacune. Mentre al liceo Righi di Bologna sono praticamente pronti per partire con i corsi di rinforzo per i “somari” dell’italiano. «Bisogna ripensare i programmi delle medie - chiede anche qui il dirigente Domenico Altamura - altrimenti non se ne esce. I test Invalsi hanno dimostrato che in quei tre anni si manifestano lacune forti in italiano e matematica. Bisogna rimettere al centro del progetto didattico le nozioni di base e formare in tal senso gli insegnanti».

All’ultimo esame di terza media il 42% dei candidati ha preso a malapena la sufficienza al test preparato dall’Istituto nazionale di valutazione, il 36,7% meno, il 14,5% ha manifestato insufficienze gravi. In Italiano gli esaminandi hanno sbagliato quattro domande su dieci, in matematica una su due. «L’idea di organizzare dei test per verificare la preparazione degli studenti per poi fare dei corsi di recupero è apprezzabile - commenta Luca Serianni, noto linguista e docente della Sapienza di Roma - ora bisogna raccogliere più dati possibili per poi intervenire dando indicazioni precise che consentano ai docenti di soffermarsi su alcuni aspetti della programmazione piuttosto che su altri. Per esempio bisogna tornare a fare di più i riassunti che sono essenziali per apprendere a scrivere e per misurare le capacità di comprensione del testo. Se dovessi mettere qualcosa sul banco degli imputati ci metterei il tema, che spesso è una divagazione su cose che non si conoscono. Molto meglio un bel riassunto».