L’apertura dell’anno. «Priorità per le risorse a ricerca e istruzione Scuola, il freno di Napolitano sui tagli Il Corriere della Sera, 22.9.2010 ROMA — Il rigore nei conti pubblici, certo. Ma a patto di salvare tutto il possibile nei due settori davvero fondamentali per il futuro del Paese, l’istruzione e la ricerca. Bambini in festa, tricolori che sventolano, cantanti famosi e pure qualche goccia di pioggia. Anche quest’anno l’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico si celebra qui, nel cortile d’onore del Quirinale. Ma dopo la lunga protesta dei precari ed i tagli della Finanziaria, la cerimonia non è affatto di routine. «Sostengo con convinzione — dice Giorgio Napolitano — che nel portare avanti l’impegno comune e categorico per la riduzione del debito pubblico bisogna riconoscere la priorità della ricerca e dell’istruzione nella ripartizione delle risorse pubbliche disponibili». E questo, secondo il presidente della Repubblica, perché «se vogliamo che la scuola funzioni come un efficace motore d’uguaglianza e come fattore di crescita, bisogna che si irrobustisca». Non è la prima volta che il capo dello Stato richiama l’attenzione su questo punto. Ma così come in passato a questo appello ne lega un altro: «Sia chiaro, di cambiamento c’era e c’è bisogno» ma «riformare con giudizio si deve, e non solo alla scopo di raggiungere buoni risultati complessivi. Occorre sanare squilibri, disparità e diseguaglianze». Davanti ai 3 mila studenti arrivati da tutta Italia con i loro maestri e professori, Napolitano entra anche nel merito delle riforme: «Per elevare la qualità dell’insegnamento occorre motivare gli insegnanti e richiedere, è vero, che abbiano un’adeguata formazione, ma anche offrire loro validi strumenti formativi e di riqualificazione. E in tutto ciò, ovviamente, è necessario investire». È a questo punto che dalla platea arriva l’applauso più lungo. «Nel passato — riprende il capo dello Stato — non lo si è fatto abbastanza, e si sono prodotte situazioni pesanti. Occorre dunque qualificare e riqualificare coloro che aspirano ad un’assunzione a tempo indeterminato». Un chiaro riferimento a non abbandonare al loro destino i precari, che solo pochi giorni fa aveva incontrato a Salerno parlando dell’opportunità di un dibattito parlamentare su questo tema. Oltre al capo dello Stato dal palco del Quirinale parla anche Mariastella Gelmini. Ma il ministro dell’Istruzione non tocca la questione delicata dei finanziamenti. Ringrazia «tutti gli insegnanti che, nei mille borghi come nelle grandi città della penisola, spesso con grandi sacrifici personali, prestano la loro opera preziosa». E poi, visto che quest’anno la cerimonia si intreccia con le celebrazioni del 150° anniversario dell’ Unità, ricorda quanto l a scuola ha fatto per costruire l’Italia e contro l’analfabetismo. Ma è proprio su nodo dei finanziamenti che arrivano gli apprezzamenti dell’opposizione per le parole del capo dello Stato. «Sono un richiamo per tutti — dice Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd — a investire sul capitale umano per tornare a crescere». Mentre per l’Italia dei valori, con Massimo Donadi, quella che arriva dal Quirinale è una «chiara bocciatura dei tagli alla scuola fatti con l’accetta dal governo». |