La privacy tra i banchi? da DireGiovani.it, 20.9.2010 ROMA - Telecamere a scuola? Si', ma possono restare accese solo durante l'orario di attività dell'istituto e, comunque, va garantito il diritto alla riservatezza degli studenti. Insomma, niente Grande Fratello nei bagni, tanto per dirne una. Mms e video fatti con il cellulare possono essere registrati anche in classe, ma i videofonini possono essere usati in aula solo per "scopi personali" (ad esempio memorizzare una lezione) e, comunque, sempre "nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone coinvolte, in particolare della loro immagine e dignità". La privacy tra i banchi, nell'era di Facebook e di You Tube è materia complessa e scottante. Le lesioni del diritto alla riservatezza delle persone sono all'ordine del giorno anche a scuola. Per questo il Garante della privacy ha pubblicato un opuscolo di quindici pagine sul proprio sito dal titolo 'La privacy tra i banchi di scuola'. Un vademecum che riassume tutto quello che c'è da sapere in materia. Si parte dai dati sensibili: religione, origini razziali, stato di salute e credenze politiche. Sono dati che la scuola può usare solo per motivi interni. Vale a dire che, ad esempio, l'appartenenza ad una particolare religione può servire per calibrare il menù a mensa. Mentre "le opinioni politiche possono essere trattate dalla scuola esclusivamente per garantire il funzionamento degli organismi di rappresentanza". E i dati "di carattere giudiziario possono essere trattati per assicurare il diritto allo studio anche a soggetti sottoposti a regime di detenzione o di protezione". Non c'è motivo, invece, di tenere segreti i voti "dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato, perché le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette a un regime di trasparenza". Non è possibile, ricorda il Garante, "utilizzare i dati presenti nell'albo degli istituti scolastici per inviare materiale pubblicitario a casa degli studenti". Si possono intervistare gli studenti per motivi di ricerca ma solo se c'è una autorizzazione dei genitori. Infine in classe si possono fare foto e video ma è vietata la diffusione se i soggetti coinvolti non la autorizzano. Occhio, insomma, ai 'tag' su Facebook. |